Mercoledì 04 aprile una delegazione del CUPSIT ha incontrato a Roma il Dr. Giorgio Berloffa, presidente CNA professioni, e la coordinatrice nazionale Dr.ssa Cristiana Alderighi.
Motivo dell’incontro è stato il protocollo d’intesa che CNA Carrozzieri, Confartigianato ed ANIA vogliono siglare nel silenzio generale.
L’accordo, oltre a rappresentare un pericoloso attacco alla concorrenza, produrrebbe un clamoroso passo indietro sul percorso fino ad oggi intrapreso per la tutela dei danneggiati e degli artigiani indipendenti. Una lotta che il CUPSIT ha condiviso al fianco delle altre associazioni appartenenti alla Carta di Bologna.
Il protocollo, oltre a non portare nessun vantaggio agli artigiani, oggi tutelati dalla Legge 124/2017 che faticosamente è stata approvata lo scorso agosto, è un serio attacco alla nostra categoria.
Infatti, come sottolineato all’attenzione dei due dirigenti, lo sciagurato accordo, se andasse in porto, creerebbe un vulnus al diritto di difesa, un diritto costituzionalmente garantito, vietando di fatto ai carrozzieri aderenti all’accordo la possibilità di affidarsi ad un professionista per la gestione stragiudiziale del sinistro.
Sia il Dr. Berloffa che la coordinatrice Dr.ssa Alderighi hanno mostrato interesse sulla questione prendendosi l’impegno formale di portare quanto rilevato all’attenzione della dirigenza nazionale chiedendo formalmente lo stralcio del punto 3) all’art. 6 – assenza di interventi di patrocinatori o intermediari finanziari sul mandato del danneggiato o dell’autoripatore –.
Sul punto sono state evidenziate diverse anomalie.
Il protocollo, infatti, aggraverebbe il ruolo del riparatore tenuto in prima persona ad inviare la richiesta danni senza l’ausilio di eventuali intermediari o patrocinatori andando così a violare l’art. 24 della Costituzione.
Cosa cambierebbe?
Rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente, nei casi di sinistro con modello CAI a doppia firma, se non ci sarà alcun intoppo il riparatore otterrà il pagamento in ipotetici 25 giorni lavorativi.
Attenzione però! Questo risultato “ipotetico” prevede l’obbligatorietà del riparatore a “concordare” il danno in base alle direttive stabilite dall’impresa di assicurazione tenuta a risarcire, quindi sottoscrivere un “accordo conservativo” rinunciando a farsi assistere da patrocinatori ed, infine, attendere le determinazioni dell’impresa di assicurazione che, dalla sua, non ha nessun termine da rispettare!
Cosa succede se non si viene liquidati?
Ovviamente non potrà correre da un patrocinatore! Infatti, non può essere incaricato un professionista in quanto il protocollo, all’art. 9, prevede una clausola arbitrale secondo la quale prima di attivare azioni giudiziarie occorre passare per una “procedura di conciliazione presso organismi preventivamente individuati”, le cui spese non sono ovviamente a carico dell’assicuratore come in ogni procedura conciliativa.
Tempi non certi e non condizionati a scadenze e sanzioni, come invece previsto dal DPR del 18.07.2006 nr. 254, creando non pochi problemi nell’ambito del risarcimento dei danni da sinistro stradale.
Cosa accadrà all’automobilista danneggiato che in balia delle lungaggini del risarcimento o di un risarcimento non equo ottenuto dal riparatore vorrà rivolgersi ad un professionista per tutelare i suoi diritti?
Resterà vincolato da un protocollo che non ha sottoscritto e che probabilmente neppure conoscerà?
Come è stato mostrato in questa piccola sintesi, il protocollo non porterà vantaggi al riparatore, il danneggiato rischierà di essere limitato nei suoi diritti, e di riflesso danneggerebbe anche la professione dei patrocinatori!
Il pericolo è concreto ma un tassello importante è stato posizionato!
Vi terremo aggiornati sugli ulteriori sviluppi nei prossimi appuntamenti!
Intanto, segnatevi la data del prossimo 11 maggio perché a Roma si terrà un importante incontro voluto da Assoutenti che vedrà anche la nostra partecipazione e di cui vi aggiorneremo nei prossimi giorni.
Foto: imilian / 123RF Archivio Fotografico