Ecco la BOZZA_DDL_CONCORRENZA. Più o meno le stesse misure filo-assicurative nell’anno scorso tese a spazzare via artigiani, medici legali e indirizzare, con clausole folli e anticoccorenziali, i danneggiati presso i riparatori delle compagnie.
L’ennesimo tentativo di furto con destrezza delle Compagnie che già godono di due miliardi e mezzo di utili nel settore RC Auto e cinque miliardi nel complesso delle loro attività a un tessuto molecolare di artigiani, imprenditori e professionisti che si trovano ad affrontare un periodo di crisi.
La Carta di Bologna e tutte le associazioni presto valuteranno le azioni di mobilitazione opportune per frenare uno scempio scaturito nei meandri di un Ministero dove alti funzionari continuano sentire e sposare solo le ragioni delle compagnie assicuratrici con l’avallo di autorità di controllo che andrebbero chiuse con i sigilli prima di essere radicalmente riformate.
Se le leggi non sono per tutti non sono leggi. A questo punto non abbiamo bisogno di governi e ministeri se chi, appunto, decide per noi non considera tutti alla stessa maniera. Chi decide per noi non può decidere contro di noi (questa è una grave contraddizione che fa capire la natura speculativa della intenzione, e spero che molti artigiani carrozzieri decidano di stare al fianco di Federcarrozzieri staccandosi da chi invece vuole fare cose che non gli competono).Ad ognuno il suo lavoro perché il monopolio non ha mai fatto bene. FABIO BERGAMO.
Che Vergogna…non smetteranno mai di proporre tali misure finche’ non saranno approvate!
Che schifo.
Non siamo piu’ liberi di decidere niente.
come al solito e la continuazione del sig monti -letta ecc e tutta gente che a sentire loro pensano a operai e aziende ——che schifo
http://www.quattroruote.it/news/assicurazioni/2015/01/20/rc_auto_tornano_le_modifiche_contestate.html
Alcuni esponenti del Governo lo avevano detto chiaro e tondo: le novità introdotte dall’articolo 8 del decreto “Destinazione Italia”, poi ritirato a suon di proteste soprattutto dei carrozzieri, non saranno messe da parte. Si sono infatti materializzate di nuovo in alcune bozze che circolano in queste ore nelle stanze del potere: è l’impianto normativo di quello che sarà il decreto sulla “Concorrenza” a cui sta lavorando l’Esecutivo che conterrà, oltre a norme sui fondi pensione, operatori di telefonia, banda larga, prodotti editoriali, esercizi commerciali, energia, servizi pubblici locali, aeroporti, nautica, servizi bancari, ordini professionali e servizi sanitari, anche disposizioni in materia di Rc auto. Ma scendiamo più nel dettaglio.
Sconti aleatori. Le nove pagine della bozza ripropongono in toto lo schema del pacchetto Vicari (il sottosegretario allo Sviluppo economico già con il Governo Letta e riconfermata da Renzi) e dell’articolo 8 oggetto delle critiche lo scorso anno. Le parti che toccano più direttamente gli interessi degli automobilisti riguardano l’installazione della scatola nera e la portabilità della stessa se si cambia compagnia. Il montaggio del dispositivo è una delle condizioni che permette di accedere a uno sconto all’atto della stipula. A differenza delle proposte precedenti, tuttavia, sono sparite tutte le indicazioni (si andava dal 7% al 10%) sull’ammontare della riduzione: l’articolo 132-ter della bozza parla genericamente di “sconti significativi”. Non meglio precisate riduzioni del premio, poi, saranno praticate agli automobilisti che accettano l’ispezione preventiva del veicolo, l’installazione di dispostivi per inibire l’avviamento dell’auto in caso di tasso alcolemico elevato e la riparazione in forma specifica, ovvero presso carrozzerie convenzionate con le assicurazioni. Uno sconto sarà praticato anche al danneggiato che rinunci al diritto sancito dal Codice civile di poter cedere il credito maturato con la compagnia.
Le prime sorprese. Andando più a fondo tra gli articoli si scopre che l’installazione e la gestione della scatola nera non sono più gratuite per l’assicurato, ma vengono ammortizzate dallo sconto praticato dalla compagnia in fase di stipula, che non potrà essere inferiore alle spese da sostenere. Inoltre, viene riconfermato il tentativo di limitare l’istituto della cessione del credito, aspetto che aveva suscitato le proteste degli autoriparatori culminate con la rivolta dei carrozzieri dello scorso anno. Dall’esame della bozza emerge poi il tentativo di mettere mano al meccanismo della bonus-malus con correttivi in materia di penalizzazioni delle tariffe in rapporto all’anzianità dei contratti e dello stato di rischio di coloro che hanno causato un incidente: per questi ultimi le penalizzazioni devono essere mitigate se decidono di montare la scatola nera. Tali dispositivi elettronici, inoltre acquisiscono piena dignità di prova in caso di contenzioso salvo si dimostri il mancato funzionamento o la manomissione.
Via libera ai Tutor. Viene proposto di nuovo il giro di vite sulle dichiarazioni dei testimoni presenti al momento di un incidente: nomi e cognomi dovranno essere indicati direttamente nelle denunce di sinistro e non saranno più ammessi in un secondo tempo. Nuovo impulso, inoltre, riceve il lavoro di incrocio dei dati dei sinistri per evitare le frodi. Via libera, poi, all’identificazione dei veicoli privi di copertura Rc auto tramite i sistemi di rilevazione automatica elettronica tipo “Tutor”. Sin qui, in estrema sintesi, le idee allo studio. Trattandosi di documenti non ufficiali, è presto per esprimere giudizi perché tutto può ancora cambiare. In ogni caso, se queste sono le intenzioni, giuste o sbagliate che siano le novità di cui abbiamo parlato, riteniamo che non avranno grande impatto nel contenimento dei costi della Rc auto. Un settore che, è ormai opinione diffusa degli addetti ai lavori, avrebbe bisogno di una riforma ben più profonda e radicale.
Cosimo Murianni
Salve, sono un patrocinatore stragiudiziale, ovvero titolare di una Agenzia di Infortunistica Stradale, da cinque anni, nei trenta anni precedenti a questa professione sono stato un agente di assicurazioni, ed è meglio che non commenti gli interessi che hanno i politici in connubio con le Imprese di assicurazioni in una riforma dettata dall’ ANIA altrimenti mi querelano, ma, vorrei dire qualcosa a proposito della “scatola nera”. I Ns. incompetenti politici che seguendo le direttive dell’ANIA vorrebbero montare le scatole nere su tutte le auto italiane (ma ci siamo mai chiesti a chi fanno capo le Aziende che producono le scatole nere) al fine di poter produrre prova in Giudizio, e quindi sgominare i truffatori, soprattutto quelli abituali, forse non sanno come funziona una scatola nera, e più precisamente quali dati fornisce la stessa, immaginate che due individui vogliano simulare un sinistro ed entrambi i loro veicoli siano muniti di scatola nera, basterebbe che, in un luogo ed orario concordato (possibilmente lontano da occhi indiscreti) entrambi i veicoli arrivino a velocità sostenuta, frenando bruscamente e lasciando spegnere il motore dell’auto conseguenzialmente alla frenata, cosa immaginate possano rilevare le scatole nere se non un eventuale incidente? Quindi non credo che saranno le scatole nere a distogliere quelle persone che vengono additate dalle Imprese assicuratrici come “truffatori abituali” a non confezionare sinistri falsi.
Per contro, immaginate un comune e onesto automobilista, il quale abbia accettato di fare installare una scatola nera sulla sua auto, e lo stesso sia vittima o procuri un sinistro stradale, anziché preoccuparsi nell’immediato delle conseguenze del sinistro, si dovrà preoccupare di annotare immediatamente l’ora i minuti ed i secondi dell’impatto oltre che al luogo esatto in cui è accaduto il sinistro, preoccupandosi anche di aver sincronizzato il suo orologio con quello del conducente del veicolo antagonista, pena, sentirsi dire dall’assicuratore che, dai dati rilevati dalla scatola nera, non coincidono con l’ora/minuti ed il luogo di accadimento del sinistro così come riportato nel modulo CID, pertanto questa è buona scusa per contestare lo stesso sinistro, salvo per il malcapitato assicurato, far valere i propri diritti innanzi ad un Giudice, andando ad aumentare i contenziosi per cui i Tribunali, soprattutto quelli dei Giudici di Pace “scoppiano”.
Per quanto riguarda il capitolo “riparazione in forma specifica” ovvero l’obbligo per l’assicurato di far riparare l’auto c/o l’autocarrozzeria convenzionata, avendo letto vari contratti assicurativi, gli stessi riportano nelle condizioni di polizza che, in caso di incidente, l’assicurato deve fare riparare obbligatoriamente l’auto c/o l’autocarrozzeria convenzionata con l’Impresa. Orbene, cosa succede se nel sinistro c’è concorso di colpa, si dovrà sborsare al carrozziere una differenza in denaro, e il denaro non è disponibile quale scenario si apre?
Obbligando a riparare il veicolo cosa accade se il perito (come spessissimo accade) dice che la riparazione è antieconomica. Lo sanno i signori assicuratori ed i loro amici politici che, nel caso anzidetto, essendo stata contrattualizzata la riparazione del veicolo in forma specifica devono procedere obbligatoriamente alla stessa senza chiedere nulla al proprio assicurato, proprio in virtù delle clausole contrattuali, che nel qual caso si ritorcerebbero a loro sfavore, pertanto, chi pagherà al carrozziere la differenza tra la stima del danno ed il valore reale di esborso per la riparazione? E vai di nuovo in Tribunale.
Non credo che ci sia bisogno di rivedere nuovamente il D.L.vo n. 209/2005 se non nella abolizione dell’indennizzo diretto che in sette anni non ha prodotto quanto promesso dai politici, ovvero, un abbassamento dei costi della RCA anzi, gli stessi si sono più che raddoppiati nello stesso perìodo, pertanto, se è stato partorito un “mostro” non si tenti di abbellirlo.
L’ANIA che manovra la politica in Italia, vuole giungere ad indennizzare e non risarcire i danni prodotti nel ramo RCA così come fa in tutti gli altri rami, pertanto, quale scusa per riformare la RCA invoca sempre le truffe degli automobilisti perpetrate nei confronti delle Imprese assicurative, e su ciò mi preme dire che, le truffe (che sicuramente ci sono) rappresentano il 2,5% sul totale dei sinistri denunciati e/o liquidati mentre gli aumenti di tariffa sono sempre stati mediamente del 8 10% annui con punte in alcune Regioni anche del 20% all’anno, inoltre, questo dato è diffuso dall’IVASS su rilevamento dell’ANIA, la quale ha tutto l’interesse di invocare le truffe quali causa dei continui aumenti di tariffa.
Da rilevamenti statistici pare che nei Paesi U.E. al primo posto per truffe ai danni delle assicurazioni ci sia il Regno Unito ed al secondo posto ci sia la Francia, e non mi pare che in questi Stati i premi assicurativi siano alti come in Italia.