Decreto “ammazza risarcimenti “congelato. Le mozioni Colletti (Cinque Stelle), Piazzoni (SEL) e Meloni (Fratelli d’Italia), Molteni (Lega Nord) che chiedevano di adottare le tabelle di Milano sono state però respinte a favore di quelle Boccuzzi (nuova formulazione) Costa (PDL) e Gigli (Scelta Civica) che chiedono sostanzialmente un rapido approfondimento nelle commissioni per varare una tabella che “contemperi anche le esigenze di calmierare i premi assicurativi“. Sono state ripetutamente citate le analisi dei Familiari Vittime della Strada e la mozione Pisicchio della scorsa legislatura. O tutto è reinviato sine die o si rischia l’ennesimo colpo di mano estivo. Dalla riformulazione della mozione Boccuzzi si può notare l’influenza delle compagnie. Massima attenzione e massima all’erta.
Seguito della discussione delle mozioni Colletti ed altri n. 1-00021, Boccuzzi ed altri n. 1-00099 (Nuova formulazione),Piazzoni ed altri n. 1-00100, Molteni ed altri n. 1-00101, Gigli ed altri n. 1-00102, Costa ed altri n. 1-00103 (Nuova formulazione) e Giorgia Meloni ed altri n. 1-00104, concernenti iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali (ore 15,01).
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PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Colletti ed altri n. 1-00021, Boccuzzi ed altri n. 1-00099 (Nuova formulazione), Piazzoni ed altri n. 1-00100, Molteni ed altri n. 1-00101, Gigli ed altri n. 1-00102, Costa ed altri n. 1-00103 (Nuova formulazione) e Giorgia Meloni ed altri n. 1-00104, concernenti iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali (Vedi l’allegato A – Mozioni).
Ricordo che nella seduta del 17 giugno 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che è stata presentata la risoluzione Di Lello ed altri n. 6-00017. Il relativo testo è in distribuzione.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo che esprimerà altresì il parere sulle mozioni e sulle risoluzioni presentate.
SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, lei ha ricordato, in apertura di seduta, che il 17 giugno si è svolta la discussione sulle linee generali alla presenza del Ministro della salute, l’onorevole Beatrice Lorenzin, la discussione di mozioni molto importanti, per la drammaticità del tema, che riguardava fondamentalmente le questioni relative alle iniziative che devono garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali, discussione molto ricca che ha mostrato, proprio all’interno della diversificazione anche delle posizioni che sono contenute nelle varie mozioni, elementi di criticità rispetto ad un regolamento del quale, in qualche modo, le mozioni tendevano, pur con formulazioni diverse, a chiedere un ritiro immediato, visti elementi anche di assoluta incostituzionalità rispetto a un principio non uniforme rispetto ai danni subiti dalle persone e incidenti stradali.
Di questo, il Governo vuole ringraziare ovviamente tutti presentatori delle mozioni, soprattutto perché hanno posto all’Aula proprio questo tema dell’approvazione del regolamento.Pag. 88Pur con diversità di accenti – come ricordavo – tutte le mozioni hanno evidenziato le criticità che hanno oggi impedito ai vari Governi, che si sono succeduti negli ultimi anni, l’approvazione definitiva del regolamento che, ad avviso di tutti i presentatori, giustificherebbero una pausa di riflessione, finalizzata ad un approfondimento, per taluni anche solo in sede parlamentare, delle varie questioni emerse durante l’iter di perfezionamento del regolamento. Soprattutto intorno a questi argomenti: la conformità a parametri costituzionali: articoli 3 e 32 della nostra Costituzione di una tabella unica riferita al risarcimento dei soli danni biologici da sinistro stradale; in relazione alle conclusioni raggiunte sul predetto tema, l’opportunità, o meno, di un intervento legislativo correttivo, che estenda l’efficacia della tabella unica anche ai danni biologici non riferibili ai sinistri stradali, l’incidenza sull’emanando regolamento delle sopravvenienze legislative e, segnatamente, della nuova disciplina in materia di responsabilità degli esercenti professioni sanitarie, contenuta nell’articolo 3, comma 3, del decreto-legge n. 158 del 2012, secondo cui la tabella unica è parametro per il risarcimento dei danni, anche biologici, cagionati dagli esercenti le professioni sanitarie; l’aggiornamento della tabella ai più recenti indirizzi giurisprudenziali in materia di danno non patrimoniale e di massima personalizzazione del ristoro economico.
Il Governo è consapevole che l’obiettivo che il legislatore si è posto con il regolamento in esame è meritevole di essere perseguito con la massima celerità. Occorre garantire uniformità di trattamento sull’intero territorio nazionale ai danneggiati dai sinistri stradali, superando l’attuale situazione che rimette all’apprezzamento dei singoli tribunali la scelta del criterio di liquidazione del danno alla salute.
Ed è proprio questo l’elemento che cozza fondamentalmente con gli articoli 3 e 32 della Costituzione.
Tale uniformità potrà avere effetti benefici per tutti i consumatori e costruire le condizioni affinché le compagnie di assicurazione possano determinare con maggiore certezza il rischio assicurato e, proprio alla luce di questo elemento, determinare una proporzionale riduzione dei premi assicurativi della RC auto. Tale obiettivo non può prescindere da unPag. 89esame approfondito delle già elencate criticità emerse, da ultimo, anche nel dibattito parlamentare che si è svolto nella seduta del 17 giugno scorso.
Pertanto, intendiamo rassicurare, come Governo, tutti i firmatari delle mozioni. Se il Parlamento intenderà promuovere un approfondimento della materia, nei suoi vari aspetti sociali, sanitari, economico-finanziari, coinvolgendo lentamente tutti i soggetti coinvolti, consumatori e compagnie di assicurazione, il Governo non farà mancare il suo apporto. Credo che la finalità di tutte le mozioni sia di riprendere una centralità vera del Parlamento nella discussione di merito e di approfondimento nelle Commissioni di merito. Credo che questo sia un punto sul quale è bene non solo riflettere, ma fare riassumere questa centralità in tempi anche molto certi, perché abbiamo necessità che questo regolamento sia massimamente condiviso e sia la risposta più concreta a persone che subiscono gravi menomazioni e che, quindi, proprio alla luce di questo elemento che attiene al danno biologico, fisico ma, a volte, anche e soprattutto morale e psicologico, di avere una risposta in termini molto certi e celeri, perché solo all’esito di tale percorso sarà possibile addivenire a una conclusione definitiva in ordine all’ineccepibilità dei criteri di compilazione della tabella unica.
È dunque convincimento del Governo, anche per non mortificare proprio il lavoro del Parlamento, che non possono essere accolti gli impegni finalizzati al recepimento di specifiche tabelle oggi usate da uno o più tribunali italiani – ad esempio, le tabelle predisposte dal tribunale di Milano –, che sono la richiesta dell’impegno rivolto al Governo di almeno 4 delle mozioni rispetto all’insieme delle mozioni presentate.
Non accogliere queste mozioni significa esattamente quello che è in premessa, ossia il ruolo centrale del Parlamento e una discussione di merito. Se questa discussione vuole essere centrale, l’assumere, in via astratta, già una tabella perseguita limiterebbe oggettivamente il lavoro. Proprio per questo, invece, noi riteniamo e siamo disposti, come Governo, a seguire, in maniera molto seria e determinata, gli impegni che si vogliono imporre.
Alla luce di queste brevissime riflessioni, esprimo i pareri sulle seguenti mozioni: il Governo esprime parere contrarioPag. 90sulla mozione Colletti ed altri n. 1-00021; il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Boccuzzi ed altri n. 1-00099, riformulata; il Governo esprime parere contrario sulla mozione Piazzoni ed altri n. 1-00100; il Governo esprime parere contrario sulla mozione Molteni ed altri n. 1-00101; il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Gigli ed altri n. 1-00102; il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Costa ed altri n. 1-00103; infine, il Governo esprime parere contrario sulla mozione Giorgia Meloni ed altri n. 1-00104.
Sulla risoluzione pervenuta poc’anzi, la risoluzione Di Lello ed altri n. 6-00017, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia sostituito nel modo seguente: «a sospendere l’iter di approvazione del decreto del Presidente della Repubblica avente ad oggetto il regolamento recante le tabelle delle menomazioni dell’integrità psicofisica, ai sensi degli articoli 138 e 139 del decreto legislativo n. 209 del 2005, fino all’espletamento di un approfondito, ma rapido confronto nelle Commissioni parlamentari competenti, così da tenere conto delle indicazioni che emergeranno in tali sedi, anche al fine di garantire l’adeguato contemperamento tra esigenze di tutelare le vittime degli incidenti stradali e quello di contenere i costi delle polizze della responsabilità civile automobilistica».
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(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Constato l’assenza dei deputati Di Lello e Formisano, che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s’intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà, per dieci minuti.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, autorevoli esponenti del Governo, volevo esordire criticando il Governo che ha preceduto l’attuale, il Governo Monti, che appunto ha predisposto questo schema di decreto, che io ritengo truffaldino per i cittadini e assolutamente piegato alle logiche e agli interessi delle grandi assicurazioni e spesso delle banche che sono dietro queste assicurazioni. È un decreto predisposto sulla scorta di una legge del 2005, del codice privato delle assicurazioni. Gli articoli 138 e 139 davano una delega al Governo che per tanti anni non è stata esercitata. Peraltro, questo schema di decreto viene dopo una lunga elaborazione della giurisprudenza, culminata con una sentenza del 2011 molto importante che, da una parte, unificava il concetto di equità risarcitoria su tutto il territorio nazionale ma, da un’altra, prevedeva in maniera chiara anche importanti innovazioni sulla valutazione del danno non patrimoniale, del danno biologico. Teneva conto di tutti i danni relazionali che erano prodotti dalle gravi menomazioni provocate da incidenti stradali. Dicevo che stavo per criticare il Governo Monti, ma ancora una volta, dopo quello che ho ascoltato, quindi con i pareri contrari su una serie di mozioni, tutte condivisibili, presentate da un po’ tutti i gruppi, il Governo esprime quasi tutti pareri contrari a queste mozioni. In fondo, cosa chiedono queste mozioni ? Chiedono al Governo, atteso che lo schema di decreto non prevede neanche il parere delle Commissioni competenti, di ritirare questo obbrobrio di schema di decreto che taglieggia, danneggia, svillaneggia i diritti delle vittime, spesso dei superstiti, calpestandone anche la memoria, prevedendoPag. 92delle riduzioni persino oltre il 60 per cento rispetto a quello che la Corte di cassazione solo nelle 2011 aveva previsto, dopo tanti anni.
Ebbene, il Governo impunemente oggi dice che non si può sospendere, non si possono richiedere interventi equitativi. Mi sembra che la mozione presentata dai colleghi di SEL, così come quella del MoVimento 5 Stelle, così un po’ come tutte, siano ampiamente condivisibili ed invece si sceglie la linea di approvare sono alcune mozioni di maggioranza, che sfumano, che filosofeggiano sull’entità di queste tabelle previste in attuazione degli articoli 138 e 139, parlando di danno standard, che però può essere aumentato poi dal giudice in relazione a eventuali danni, anche psichici, legati alle perdite di relazione fino ad un 30 per cento, ma intanto preventivamente si prevede, rispetto ormai all’orientamento e anche a molti processi in corso, una riduzione fino al 30 per cento. Non stupisce chiaramente che alcune mozioni di maggioranza, segnatamente quelle di Monti, siano indirizzate ad un sostanziale sostegno, ma anche loro criticavano questo schema di decreto.
Quindi, non si accetta un dibattito serio e compiuto sul tema e si finisce con il perdere tempo. Peraltro, non si mette in campo niente per evitare, per esempio, le truffe ai danni delle assicurazioni, che pure è un tema, e quindi il rischio della lievitazione dei premi delle polizze. Peraltro, anche se negli anni gli incidenti si sono ridotti, queste polizze non perdono la quantità del loro valore. Io credo che manchi un equilibrio.
D’altro canto, non capisco come le forze di maggioranza vogliano perseguire una politica efficiente di contrasto alle frodi assicurative, ancorché si apprestino, a cominciare da oggi, a prevedere un provvedimento che introduce nuove pene alternative alla carcerazione, la messa in prova e la sospensione dei procedimenti, e quindi l’affidamento ai servizi sociali, per reati anche gravi, tra cui quello della truffa. Per cui, altro che contrasto alla truffa ! Voi vi apprestate a emanare un nuovo provvedimento «tana libera tutti». Quindi, credo che il Governo, in questa maniera, finisca solo per colpire, ancora una volta, le vittime degli incidenti stradali, i familiari; ancora una volta, si schiera dalla parte dei più forti, dalla parte dellePag. 93banche e delle assicurazioni, così come ha fatto il Governo Monti. Non stupisce quindi, anche se lo dico con un certo rammarico, vedere allineate le forze di maggioranza su questa posizione, assolutamente non condivisibile. Noi, ovviamente, chiediamo al Governo di ritirare il decreto, di rimettere la questione alle Commissioni parlamentari competenti, di avviare un dibattito e, se necessario, anche un’indagine conoscitiva.
Peraltro, voglio dire ancora una cosa. Credo che il Governo manchi ancora su un dato effettivo: da una parte, nell’indicare con concretezza un principio di certezza della pena per coloro che commettono gravi reati in relazione alla circolazione stradale, ma, soprattutto, non si impegna minimamente in una politica seria di attenuazione dei danni, e quindi in una politica di incentivazione della cultura della buona guida stradale, della sicurezza delle strade, in investimenti adeguati, nel miglioramento dei sistemi elettronici che possano prevenire gli incidenti e in sistemi elettronici computerizzati che possano migliorare la mobilità, rendendola più sicura.
Quindi, anche da questo provvedimento, onestamente, si desume un atteggiamento complessivo del Governo del «tirare a campare», senza una prospettiva seria e sempre dalla parte dei più forti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boccuzzi. Ne ha facoltà, per dieci minuti.
ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, come ho già detto nel mio intervento in sede di discussione sulle linee generali, noi riteniamo grave l’utilizzo delle nuove tabelle rispetto a quelle del tribunale di Milano, peraltro già riconosciute all’interno di una sentenza importante.
Quindi, abbiamo ritenuto di formulare questa mozione per chiedere al Governo di fermarsi, di fermarsi a fare una valutazione, un confronto; un confronto che dovrebbe avvenire all’interno delle Commissioni, un confronto indispensabile, a mio avviso, per poter fare alcune valutazioni, non solo legate alla questione dei risarcimenti, che ritengo, però, il cuore di questo provvedimento, anche perché, come abbiamo già detto in tutte le mozioni presentate, questa modifica delle tabelle, questo riconoscimento nelle nuove tabelle, implica una riduzionePag. 94dei risarcimenti importante, elevata, troppo elevata e, a mio avviso, discriminatoria.
Per questo motivo, credo che noi dovremmo andare avanti in una discussione meno di parte, in qualche maniera, soprattutto senza correre il rischio di strumentalizzare ciò che stiamo discutendo.
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Nessuno vuole appropriarsi di un argomento tanto importante, tanto delicato quanto quello in oggetto nelle mozioni. E quindi, a maggior ragione, credo sia opportuno fermarsi un momento e cercare un confronto con tutti i soggetti che dovranno partecipare all’indagine conoscitiva che abbiamo richiesto, in modo da avere – come dire – cognizione, tutti noi, di ciò che stiamo affrontando e su ciò che stiamo fornendo, ossia, non un parere – perché questo non è ciò che ci viene richiesto – bensì un contributo, un contributo importante, che dovrebbe essere dato da questo Parlamento per un argomento tanto importante, tanto delicato. Molte sono state le sollecitazioni, soprattutto delle associazioni di vittime della strada. Quindi ritengo che a maggior ragione sia indispensabile questo confronto.
Non abbiamo chiesto il ritiro anche per un motivo, un motivo, direi quasi banale, perché a mio avviso potrebbe essere più utile iniziare un percorso all’interno di un confronto, piuttosto che fermarsi al ritiro e ritrovarci fra qualche tempo nuovamente con variazioni delle tabelle, che potranno e, a mio avviso, rischiano seriamente di essere un danno per persone che già hanno pagato un gravissimo prezzo dovuto a un incidente e quindi a una menomazione. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nastri. Ne ha facoltà, per nove minuti.
GAETANO NASTRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto del Presidente della Repubblica sui risarcimenti per lesioni di grave entità, le cosiddette macrolesioni, tocca un tema delicato e sicuramente anche di primaria importanza, in quanto attinente alle menomazioni dell’integrità psicofisica e a eventi recanti pregiudizio rispetto a quel diritto alla salute previsto e tutelato dall’articolo 32 della Costituzione.
È bene ricordare che il fenomeno degli incidenti stradali in Italia continua a comportare costi molto alti, sia in termini di vite umane sia di danni alla salute.
Si stima che sulle strade ogni giorno vengono ferite in media 800 persone, di cui 11 perdono anche la vita. PurtroppoPag. 96una percentuale elevata di queste vittime sono giovani. È innegabile quindi la difficoltà di stabilire una quantificazione corretta di un danno del genere, che comporta la perdita di una persona cara oppure la condanna del ferito ad una disabilità permanente. Una condanna che per molte persone si traduce in una non autosufficienza o in un forte condizionamento della vita quotidiana e di relazione, con la necessità di una assistenza costante.
Si stima che i costi sociali derivanti da gravi incidenti stradali ammontino oggi a circa 30 miliardi di euro all’anno. Ne consegue purtroppo che questi eventi non ledono solamente la salute della persona, ma pregiudicano anche un altro diritto costituzionalmente riconosciuto, quello del lavoro, in quanto le vittime dell’incidente, a causa delle menomazioni riportate, possono non essere più in grado di svolgere una attività lavorativa. Un esito infausto che può minare l’autosufficienza economica dell’individuo, ancor più oggi in tempi di crisi e di incertezza, con contraccolpi sicuramente negativi sulla persona e con ricadute significative anche per i costanti costi gravanti sulla collettività.
Ecco perché risulta più che mai prioritario raggiungere l’approvazione del documento, il cui iter è atteso ormai da sette anni, in tempi ragionevoli conciliando il doveroso dibattito sulla valutazione dei criteri per il risarcimento e il loro valore, secondo parametri equi ed una indispensabile accelerazione del confronto.
La tabella contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica intende definire il valore pecuniario da attribuirsi ad ogni punto di invalidità, fra dieci e cento punti delle menomazioni dell’integrità psicofisica, comprendendo anche i coefficienti di variazione, in base all’età del soggetto leso. Finora, in assenza di una normativa che detti regole certe e univoche per tutto il territorio nazionale, si è infatti perpetrata una condizione di eterogeneità del giudizio per la definizione delle lesioni e dell’invalidità ai fini del risarcimento – un diritto –, una situazione che contrasta rispetto alla necessità di garantire la certezza del diritto, ma anche la sua uniforme applicazione a tutela dei diritti di tutti i cittadini vittime di lesioni gravi. Troppo spesso accade, infatti, che la soggettività del giudizio produca decisioni e stabilisca importi del risarcimentoPag. 97molto difformi, specialmente tra i residenti al nord e al sud d’Italia. Appare quindi evidente l’urgenza di porre fine al periodo divacatio legis, affinché si arrivi alla formulazione di una tabella unica valida in tutto il Paese. Su questo punto è bene sottolineare che esiste accordo unanime da parte dei consumatori, delle compagnie assicurative e, mi auguro, di tutte le forze politiche che intendono promuovere e costruire una disciplina chiara in materia, che non dia adito a dubbi e ambiguità interpretative.
La mancanza di uno strumento legislativo uniforme ha rischiato di attribuire alla giurisprudenza un’eccessiva discrezionalità e, nonostante l’ampia convergenza in merito rispetto all’utilizzo della tabella applicata dal tribunale di Milano, riconosciuta da una sentenza della Corte di Cassazione del 2011, si ritiene che i margini di incertezza siano ancora troppo ampi per assicurare l’equo trattamento dei soggetti coinvolti.
Un’altra conseguenza negativa si manifesta nel rischio che il mercato delle assicurazioni si irrigidisca, producendo un atteggiamento difensivo delle compagnie con un potenziale innalzamento delle tariffe. Un altro effetto negativo della vacatio legis è insito nel manifestarsi dell’incremento esponenziale del contenzioso civile, le cui tempistiche e incertezze appaiano tristemente note. Un risultato che suona come una beffa nei confronti di chi, già seriamente menomato nel fisico con conseguenze destinate a cambiarne l’intera esistenza, rischia di non vedere riconosciuto neppure dal punto di vista economico il grave danno subito. Ciò si aggiunge all’attuale sistema sanzionatorio inerente agli omicidi colposi per la violazione delle norme sul codice della strada e la circolazione stradale, che spesso si risolve in una mancanza di effettività della pena per i responsabili in gran parte dei procedimenti giudiziari.
Per arrivare alla definizione di criteri risarcitori validi e condivisi sono già stati raccolti numerosi elementi nel corso del lungo iter di discussione del decreto in questione. Di fronte alla piaga degli incidenti stradali sono anche convinto sia necessario che il Governo si faccia promotore di nuove e più mirate iniziative di sensibilizzazione riguardo alle conseguenze derivanti da una guida irresponsabile, pericolosa, affrontata talvolta con una sfida. Sarebbe a questo punto auspicabilePag. 98mettere a punto campagne informative ad ampio spettro, che coinvolgano i principali media e che abbiano come primi destinatari i giovani. A questo scopo sarebbe utile progettare attività educative, anche in collaborazione con la scuola, affinché i ragazzi imparino ad affrontare le strade con serietà, senza distrazioni o leggerezza, ricordando che quando si è al volante di un auto o di una moto non si sta giocando, ma si ha la responsabilità della propria vita e della vita altrui. Altrettanto utile sarebbe la predisposizione di messaggi di comunicazione sociale che sottolineassero il corretto comportamento alla guida, troppo spesso dimenticato anche dai più esperti, specialmente per ciò che riguarda l’uso appropriato di cellulari e dispositivi elettronici che troppo di frequente sottraggono l’attenzione indispensabile per una guida sicura e conscia dei potenziali pericoli.
La tempestività con cui la norma sulle macrolesioni verrà approvata contribuirà a dare sostanza a quel giusto risarcimento che la legge stabilisce per le vittime di gravi handicap psicofisici in seguito a incidente stradale. Non si possono più, quindi, frapporre indugi, è compito e responsabilità del Parlamento rendere reale ed effettiva questa tutela.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membro del Governo, innanzitutto vorrei illustrare gli eventi che ci hanno indotto a portare la discussione in quest’Aula. L’Osservatorio sulla giustizia civile di Milano ha aggiornato i valori per la liquidazione del danno non patrimoniale alla persona derivante da lesioni all’integrità psicofisica e dalla perdita e grave lesione del rapporto parentale, adeguando gli importi all’aumento del costo della vita sulla base degli indici ISTAT nel periodo gennaio 2011-gennaio 2013, con conseguente incremento superiore al 5 per cento rispetto ai parametri precedentemente in vigore.
Considerando che la Corte costituzionale ritiene «intollerabile ed iniquo che danni identici possano essere liquidati in misura diversa solo perché le relative controversie sono decise da differenti uffici giudiziari» e «poiché l’equità va intesa anche come parità di trattamento, la liquidazione del dannoPag. 99non patrimoniale alla persona da lesione dell’integrità psicofisica presuppone l’adozione da parte di tutti i giudici di merito di parametri di valutazione uniformi». La Corte costituzionale ha, quindi, indicato le tabelle milanesi quali criteri di riferimento per la stima del danno alla persona.
Prendendo atto che il Governo, da parte sua, ha dichiarato l’intenzione di procedere all’approvazione dello schema di decreto del Presidente della Repubblica, recante tabella per menomazione all’integrità psicofisica di lieve entità e di quelle comprese fra 10 e 100 punti di invalidità, ai sensi degli articoli 138 e 139 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo del 2005, secondo lo schema del decreto allo studio del Governo, la liquidazione monetaria della menomazione all’integrità psicofisica risulta notevolmente più bassa rispetto alle tabelle di Milano, arrivando addirittura a una decurtazione del 60 per cento delle predette liquidazioni.
Ciò ha provocato forti reazioni da parte delle associazioni familiari delle vittime degli incidenti stradali. È necessario stabilire criteri risarcitori certi, uniformi, adeguati e sostenibili e assicurare, così, maggior certezza ai diritti spettanti ai danneggiati, evitando sperequazioni e differenziazioni territoriali e assicurare tutela del diritto inviolabile alla salute e un adeguato e dignitoso risarcimento dei danni subiti.
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Inoltre anche la tabella relativa alle menomazioni di lieve entità, emanata ai sensi dell’articolo 139 del codice delle assicurazioni private, risulta essere molto più bassa rispetto al contenuto previsto dalle tabelle di Milano.
Il decreto-legge del 2012, il cosiddetto decreto Balduzzi, ha esteso l’applicazione della tabella, ex articolo 138 del codice delle assicurazioni private, alle menomazioni causate da responsabilità medica e, pertanto, ha tagliato la misura dei risarcimenti tutt’oggi riconoscibili, con evidenti effetti dissuasivi all’incardinamento del contenzioso giudiziale.
È necessario sottolineare, inoltre, che oggi i costi delle polizze per la coperture assicurative dei rischi derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore su strada subiscono continui rincari che pesano in modo considerevole sui bilanci delle famiglie. Questi rincari sono strettamente collegati al fenomeno sempre più preoccupante, soprattutto nelle zone del Mezzogiorno, delle frodi assicurative. Se pure è stata dimostrata una forte incidenza del peso delle frodi sui costi delle polizze, questa non può tuttavia rappresentare un elemento di giustificazione da parte delle compagnie di assicurazione a danno esclusivo dei consumatori onesti. Nella scorsa legislatura, l’insieme degli interventi adottati (decreto-legge del 2012, il cosiddetto decreto liberalizzazioni, e, sempre del 2012, il cosiddetto decreto crescita) non sembra aver avuto effetti decisivi rispetto all’obiettivo del contenimento dei costi delle polizze a beneficio dei consumatori.
Detto tutto ciò, chiediamo che il Governo ritiri il proprio schema di decreto che definisce la tabella unica nazionale per il risarcimento standard del danno biologico alle vittime degli incidenti stradali, e che orienti la propria attività politica nella direzione di una conformità alle tabelle approvate dall’Osservatorio sulla giustizia civile di Milano nel marzo 2013 e alle sue relative successive modifiche. Chiediamo inoltre che il Governo adotti misure incisive per favorire la riduzione del costo dei premi assicurativi, anche attraverso il rafforzamento delle azioni di contrasto alle frodi, per evitare che le gravi inefficienze del settore vengano pagate dagli assicurati onesti. Capisco che il mio intervento non sia, a suo giudizio, di interesse perché o è al telefono o parla con altri colleghi, peròPag. 101mi permetto di trovarmi non stupito del parere del Governo dato che la Lega chiedeva di usare una tabella migliorativa rispetto ad altre in Italia vicine ai consumatori. Ma notiamo che, come l’ex ministro Balduzzi del precedente Governo, anche questo Governo è sempre più vicino alle lobby e sempre più lontano dai cittadini. Vorrei concludere riprendendo quanto già riportato dal collega Boccuzzi della cui amicizia mi onoro in altra sede. A nessuno venderemo, negheremo, differiremo o rifiuteremo il diritto o la giustizia e, come sosteneva Voltaire, il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all’umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione. Per quello continuiamo a mantenere il nostro giudizio su questo Governo, consideriamo importante la mozione e chiediamo il voto dell’Aula.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Aiello, che illustrerà la mozione n. 1-00100, di cui è cofirmatario.
FERDINANDO AIELLO. Signor Presidente, anche noi di Sinistra Ecologia Libertà chiediamo di ritirare lo schema di decreto per quello che abbiamo già detto in precedenza e per quello che sostenevano poc’anzi i colleghi, compreso Boccuzzi, che non so se parla a titolo personale o a nome del PD, cioè per ritirare questo decreto e non per sospenderlo; andare in una direzione che è quella della garanzia per quanto riguarda le persone che sono vittime di incidenti. Perché questo in questo momento non c’è. Voglio fare un piccolo esempio: un ragazzo di 35 anni con questo decreto, se va in vigore, che percepiva un risarcimento danni di 480 euro a punto, con questo decreto passerà a 220. Questo è un decreto che va in una sola direzione non quella dell’interesse delle vittime, quella della garanzia dei profitti delle compagnie assicurative che già hanno aumentato in questa fase e in questi anni perché c’è stata una riduzione degli incidenti su tutto il territorio nazionale. Quindi chiediamo buonsenso al Governo in questa direzione per cercare di far attuare su tutto il territorio nazionale una tabella.
L’unica tabella equa è quella del tribunale di Milano, riconosciuta anche dalla Cassazione, e questo dovrebbe essere vincolante. Io vengo da una terra dove non c’è la stessa applicazione di tabella di quella di Milano, bensì inferiore. Ma voglio ricordare anche all’Aula che ci sono due tariffe, una perPag. 102le donne e un’altra per gli uomini, all’interno del risarcimento danni dell’assicurazione e questo non è accettabile, proprio perché veniamo da una discussione all’interno di quest’aula. Allora la speculazione finanziaria delle compagnie assicurative non può trovare una sponda in un Governo che dovrebbe garantire quantità e qualità ai cittadini sul proprio territorio nazionale.
Guardate che parliamo di un risarcimento puramente economico nei confronti di queste vittime, che subiscono incidenti e che hanno traumi che vanno dal 10 al 100 per cento e nessuno potrà risarcire loro la loro vita, la loro abitudine, la loro quotidianità. Se non riconosciamo anche un minimo di garanzia, che possa assistere e accompagnare questa gente, in un futuro prossimo, in un qualcosa che gli appartiene nel fare la loro quotidianità, ma il Governo va in una direzione che è quella di garantire ancor di più un profitto alle compagnie assicurative, vuol dire che non abbiamo il senso di un voto che precedentemente c’è stato in quest’aula. Precedentemente c’è già stato un voto in quest’aula e molti di voi sono parlamentari che sono di lungo corso, che hanno già votato in una direzione, che avevano dato un indirizzo. Approvare questo oggi sarebbe anche venir meno ad un’indicazione dell’Aula e non sono sicuramente io uno di quei parlamentari che crede nella continuità e nel buongoverno attraverso solo ed esclusivamente la continuità. E questo è un qualcosa che viene dal Governo Monti e si poteva anche capire e sicuramente non per noi di Sinistra Ecologia e Libertà, vista la vicinanza ad alcuni poteri forti del governo della finanza nazionale ed europea. Ora non si capisce non perché ci sia un Governo che sia…, ma un Governo sicuramente politico.
Mi riferisco soprattutto agli amici del PD, che hanno una caratterizzazione, una storia e una provenienza. Non si può portare avanti un provvedimento e un decreto di questo tipo, perché ancora una volta stiamo mortificando, si vanno a mortificare quei cittadini che dovrebbero invece usufruire di un risarcimento per quello che è stato fatto loro, per quello che hanno subito. Quindi noi andiamo a diminuire un risarcimento. Lo ribadisco con forza e lo ribadisco ancor di più, perché non solo ha fatto bene il collega di Fratelli d’Italia a dire anche le cifre degli incidenti quotidiani, quindi lePag. 103persone. Poi, se non ci si rifà anche dal punto di vista del risarcimento, questi vanno a gravare anche sul Servizio Sanitario Nazionale, ma non è solo questa la discussione che voglio fare. Io voglio solo cercare di far capire all’Aula e voglio ringraziare per la costanza che c’è qui nell’aula in questa materia e in questa discussione, che è una cosa di fondamentale importanza, che non andiamo a togliere soldi a nessuno, anzi andiamo a far arricchire le compagnie di assicurazione e andiamo ad impoverire quelli che hanno diritto ad un risarcimento danni. Le tabelle devono essere…, non so se la mozione su cui il Governo ha dato parere favorevole è per far votare gli amici e colleghi del PD, perché se questo è, dovete sapere che state votando su un provvedimento che va in strade diverse da quelle che diceva il collega Boccuzzi.
PRESIDENTE. Colleghi vi invito ad abbassare il tono della voce cortesemente. Prego.
FERDINANDO AIELLO. Grazie Presidente. Stavo dicendo che se la mozione accettata dal Governo è una mozione, da parte dei colleghi del PD, che viene accettata dal punto di vista strategico per farli votare e comunque non si fermerà questo decreto e quindi non verrà ritirato, state votando una mozione che va nella direzione opposta a quella che il vostro collega di gruppo Boccuzzi diceva poc’anzi. Quindi da questo punto di vista io ritengo che deve prevalere un buon senso nell’Aula. Quindi ritirate questo decreto, se ne va a ridiscutere. Bisogna attuare. Le compagnie di assicurazione hanno una sentenza della Cassazione e devono attuare quella che è una sentenza della Cassazione e quindi le tabelle del tribunale di Milano su tutto il territorio nazionale.
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E da questo punto di vista forse garantiremo – e ho finito, Presidente – quantità e qualità, ma soprattutto le compagnie di assicurazione garantiranno la dignità, che viene tolta alle vittime di un incidente, a quelle persone che hanno diritto, non solo ad un’assistenza, ma che non hanno più un futuro, non hanno una prospettiva di vita e una qualità della vita, solo perché hanno avuto la sfortuna di trovarsi in un momento sbagliato in un posto sbagliato. Ma questo non può avvenire, perché oggi non è un giorno sbagliato, ma è un giorno di riflessione in quest’Aula e il buonsenso deve far prevalere quella che dovrebbe essere la linea di tutti i parlamentari, quella di ritirarlo ed avviare un altro tipo di percorso, che è quello dell’imposizione delle tabelle del tribunale di Milano su tutto il territorio nazionale per garantire la quantità e la qualità della vita a queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, sottosegretario, colleghi, i dati relativi agli incidenti stradali, siano essi automobilistici, oppure incidenti su moto o motorini, meritano una forte attenzione da parte di tutti noi, e la discussione di questa mozione ce ne fornisce un’opportunità importante. Ragionando sulle nuove tabelle per la quantificazione del danno e il relativo risarcimento che le compagnie di assicurazione dovrebbero dare, sono emerse alcune proposte ampiamente condivise tra i diversi gruppi, che conducono, però, ad una sostanziale richiesta di attesa e di riapertura del tavolo di discussione prima della sua approvazione definitiva. In linea con quanto a suo tempo proposto dallo stesso Ministro Balduzzi, a cui qualcuno durante il dibattito dei giorni scorsi ha voluto imputare l’attuale discutibile formulazione, le stesse perplessità che oggi preoccupano tutti noi sono state le sue ed è anche per i suoi dubbi che oggi possiamo riaprire il dibattito ed auspicare una soluzione più giusta e coerente con alcuni valori che stanno a cuore a tutti noi e che mi piace sintetizzare in tre parole chiave.Pag. 105
Prima di tutto, la tutela del diritto alla salute che, nel caso di incidenti stradali, include necessarie, qualificate e indispensabili cure legate ad una riabilitazione di alta qualità.
E, poi, l’altrettanto indispensabile risarcimento, per vivere con dignità la propria vita nelle nuove condizioni e con i nuovi limiti che la caratterizzano. Poi la necessaria equità sul piano nazionale per cui, mentre da un lato si auspica, a parità di lesione, una condotta risarcitoria analoga tra le diverse società di assicurazione di tutto il territorio nazionale, dall’altro si deve anche tener conto che non esistono situazioni di deficit motorio uguali tra di loro. Le conseguenze possano essere diverse a seconda dell’età delle persone, della loro condizione sociale e delle effettive conseguenze che ricadono sulla vita personale, familiare e professionale, per il vissuto che si determina e per quel danno esistenziale che è sempre diverso da persona a persona. L’equità è spesso anche consapevolezza della diversità e non tutto è sempre riconducibile ad una semplice tabella di conversione. Noi auspichiamo che ci sia un’opportuna attenzione alla diversità senza che la diversità però abbia il carattere discriminatorio.
Il terzo punto che suscita in noi forti perplessità, ultimo, ma non ultimo, è il fatto che le tabelle in questione siano ispirate, più che a una tutela effettiva della persona in un momento di particolare fragilità, ad una riduzione dei costi ad unico vantaggio delle compagnie di assicurazione. Ancora una volta, quando ci si ferma a dare un prezzo alla vita umana, si può scivolare verso valutazioni profondamente ingiuste, perché la vita umana non ha prezzo e non si possono fare economie speculando sui rimborsi dovuti in caso di incidente e di incidente grave.
Quindi, ciò che noi intendiamo mettere al centro dell’attenzione della nostra mozione, sono la centralità della persona, il valore della vita umana in tutte le circostanze e condizioni, e quei principi di equità, efficacia ed efficienza che dovrebbero caratterizzare ogni sistema risarcitorio autenticamente rispettoso della dignità della persona.
D’altra parte, non possiamo trascurare il rapporto ISTAT-Automobile Club d’Italia del 2010, che ci dice che, in Italia, nel 2009, si sono verificati oltre 200 mila incidenti stradali, che hanno interessato oltre 300 mila persone – a conferma chePag. 106quando c’è un incidente stradale le persone coinvolte sono sempre in numero superiore a quello degli incidenti stessi –, con 4 mila decessi che, in gran parte, riguardano giovani tra i venti e i trent’anni. Sono loro che, spesso, vanno incontro a deficit permanenti che cambiano radicalmente le loro prospettive di vita e che ci impongono una riflessione serissima sui servizi di riabilitazione intensiva, in cui vanno inseriti per tempi ben più lunghi di quelli attualmente riconosciuti dalla normativa.
La normativa, come tutti ricordiamo, prevede 45 giorni di riabilitazione, ma tutti sappiamo che la riabilitazione non comincia il giorno dopo l’incidente o il giorno dopo l’intervento operatorio: richiede un tempo prolungato e richiede di poter accettare, anche a livello normativo, quella finestra che separa l’intervento dall’inizio della riabilitazione. È in questa fase che le persone e le loro famiglie hanno bisogno di interventi risarcitori consistenti, tempestivi, altamente qualificati. Eppure, troppo spesso, le persone si sentono sole, perché le strutture adeguate sono pochissime sul territorio nazionale e dispongono di un numero di letti insufficiente, che impone lunghe liste di attesa, con una perdita di opportunità effettive sul piano della riabilitazione. E questo rende ancora più drammatiche le conseguenze stesse dell’incidente.
La mozione che oggi presentiamo si occupa evidentemente di una materia molto delicata, nella quale convergono esigenze apparentemente contrastanti: il diritto del soggetto colpito dall’incidente e la necessità di individuare soluzioni fondate su criteri di equità per la liquidazione del danno in sede assicurativa. In passato, esisteva una vera e propria giungla giurisprudenziale, con riconoscimenti diversi da caso a caso, da tribunale a tribunale, da regione a regione, da società assicurativa a società assicurativa. La Cassazione ha sostenuto l’opportunità di recepire su tutto il territorio nazionale le cosiddette tabelle del tribunale di Milano, che contemplano oltre al danno biologico anche quello morale, soprattutto, quando la menomazione accertata determina problemi di tipo dinamico-relazionale nella vita del danneggiato, mentre gli articoli 138 e 139 del Codice delle assicurazioni si riferiscono al solo calcolo del danno biologico. Ma anche le tabelle di Milano, che pure sotto certi aspetti rappresentano un passo inPag. 107avanti, non riflettono ancora adeguatamente questi criteri di equità, di efficienza, di efficacia, ai quali noi annettiamo un’importanza assoluta. Come richiamato dalla Corte di Cassazione, alla nozione di equità…
PRESIDENTE. Deputata Binetti, le chiedo scusa. Poiché abbiamo ancora problemi con il suo microfono nella registrazione, le chiedo se può spostarsi al banco più avanti. Mi dispiace interromperla, ma, purtroppo, ci sono dei problemi tecnici che non dipendono da noi. La ringrazio.
PAOLA BINETTI. Come richiamato dalla Corte di Cassazione, alla nozione di equità è intrinseca non solo l’idea di adeguatezza, ma anche quella di proporzione. L’equità costituisce strumento di uguaglianza proprio perché consente di trattare i casi analoghi in modo analogo e quelli dissimili in modo dissimile, cercando di far convergere l’esigenza di parità di trattamento con la regola del caso concreto, cioè l’uniformità di base del risarcimento con l’elasticità e la flessibilità, che permettono di adattare, quantitativamente e qualitativamente, il parametro uniforme alle circostanze del caso concreto.
Quando si tratta di risarcimenti assicurativi si ha a che fare, certamente, con valutazioni evidentemente economiche, che pure vanno calcolate in relazione al danno ad una certa persona, danno che, per sua natura, non è patrimoniale – non è solo patrimoniale – ed è difficile da quantificare. Di qui, la difficoltà di dare, da un lato, riscontro ai diritti spettanti ai danneggiati e, dall’altro lato, di evitare sperequazioni e differenziazioni territoriali. L’interpretazione della legge deve garantire i diritti dei soggetti infortunati, contrastando il rischio di eventuali sperequazioni, ma non può essere guidata da una cultura del sospetto, per cui nel timore che qualcuno possa imbrogliare, si feriscono le legittime aspettative di tanti altri soggetti, che – non dimentichiamolo – hanno diritto al risarcimento anche in virtù di un’assicurazione a suo tempo sottoscritta.
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Stiamo parlando non della magnanimità o della beneficenza delle società di assicurazione, ma di concreti ed effettivi doveri da loro sottoscritti nel contratto con il cliente, che a questo punto è diventato paziente e rivendica i suoi diritti della posizione di nuova fragilità. Il Governo è stato sollecitato a proporre, con decreto del Presidente della Pubblica, un nuovo codice delle assicurazioni private contenente una tabella unica nazionale per il risarcimento sia delle menomazioni di lieve entità sia di quelle con punteggio di invalidità superiore a dieci. Ma questa proposta, esaminata con attenzione, si è rivelata fortemente penalizzante per gli infortunati, dal momento che si può arrivare a riduzioni del 60 per cento del valore del risarcimento rispetto ai parametri.
Si rischia così di creare ulteriori danni anche ai medici e al personale sanitario, sempre in termini risarcitori, per i danni derivanti da eventi connessi alla loro responsabilità professionale a causa del decreto-legge n. 189 di fine 2012 convertito in legge nello stesso 2012. Diventa quindi necessario dare piena attuazione a quanto richiama la Corte di Cassazione, per soddisfare sia le vittime di incidenti stradali che quelle di lesioni prodottesi da altre cause, quali, ad esempio, gli eventi avversi in campo sanitario. Non si può neppure trascurare il problema della sostenibilità della spesa assicurativa complessiva, senza il cui controllo potrebbe diventare inevitabile un ulteriore aumento dei premi a carico degli assicurati, che già oggi sono poco sostenibili e sono tra i più alti in Europa. Oltretutto, il costo dell’assicurazione è più alto in alcune regioni che in altre perché il costo dei sinistri sembra più alto, e questo costo si riversa sui prezzi, con un circolo vizioso che va spezzato, anche perché, in queste regioni, il reddito medio delle famiglie è più basso dei rincari stessi delle assicurazioni automobilistiche.
Per tutti questi motivi, anche a nome dei colleghi del mio gruppo firmatari di questa mozione, vogliamo impegnare il Governo a riesaminare l’intera problematica, senza limitarci, però, agli aspetti risarcitori legati al codice delle assicurazioni private. Può essere utile un approfondimento in tutte le Commissioni parlamentari di merito, per affrontare questo stesso problema alla radice. Vorremmo che si intervenissePag. 109nelle tre fasi cruciali: prevenire gli incidenti, con la duplice azione di tipo educativo e in parte strutturale, per esempio la manutenzione delle strade; vorremmo che si intervenisse tempestivamente sul piano riabilitativo in modo adeguato non appena gli incidenti si verifica; e infine, vorremmo che si risarcisse quanto dovuto nel tempo giusto, senza aggiungere sofferenza a sofferenza per le estenuanti attese delle assicurazioni quando devono pagare e che obbligano il soggetto a un contenzioso che appesantisce davvero una situazione già difficile di per se stessa.
PRESIDENTE. La ringrazio. Mi scuso anche per i disguidi tecnici. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Argentin. Ne ha facoltà, per dieci minuti.
ILEANA ARGENTIN. Signor presidente, colleghi, credo che questa mozione sia veramente importante, soprattutto tutto il tema che andiamo a trattare. Ho chiesto la parola al fine di dimostrare che, a differenza di quanto è possibile immaginare, sono moltissime le persone che dopo un incidente si trovano in una situazione di mancanza di autonomia. Ci tengo a precisare il termine autonomia, per dire che, a differenza di quanto l’immaginario collettivo crede, autonomia non vuol dire non camminare, molte volte significa non poter muovere le mani, non poter voltare la testa e conseguentemente non poter andare in bagno, non poter mangiare da soli, non poter bere da soli. Beh, questo è il frutto quasi sempre di un incidente stradale. Lo dico perché per tanti anni sono stata vicina all’Associazione italiana paraplegici e tetraplegici e quindi ho la conoscenza di queste problematiche. Ricordo, ad esempio, che il presidente dell’associazione rimase in carrozzina, con una lesione molto alta, perché stava mettendo l’autoradio nel momento in cui per una disattenzione si è giocato interamente la sua vita. Beh, quest’uomo ha avuto un risarcimento patrimoniale completamente diverso da un ragazzo che ha avuto la stessa disavventura avvenuta a Milano.
Esistono dei criteri assolutamente disorganici, non ci sono, come dire, parametri che possono essere in qualche modo quantificabili, diciamo, in modo corretto e giusto. Per cui non sottovaluterei per niente l’idea di fare un’analisi ancora nelle Commissioni e di rivedere con attenzione queste tabellePag. 110perché, diceva la collega Binetti poc’anzi, non si può quantificare patrimonialmente un limite, però è pur vero che noi possiamo quantificare la necessità dei servizi. Cioè noi dobbiamo partire dall’idea, con grande umiltà ma con determinazione, che una persona che ha subito un incidente stradale grave e ha subito conseguentemente un punteggio alto o basso che sia, deve avere la necessità di alcuni servizi, perché io credo molto nello Stato, nel pubblico e credo che se noi abbiamo parlato di livelli assistenziali in questa Aula, e l’abbiamo fatto anche negli anni precedenti, noi dobbiamo prendere consapevolezza che le tabelle di un incidente stradale diventano fondamentali. Non possono esistere figli e figliastri, quindi non è che se qualcuno ha un incidente a Roma deve essere più fortunato di uno che ce l’ha a Milano, né tantomeno dobbiamo sottovalutare l’importanza di utilizzare, noi per primi, una attenzione assoluta.
Col Governo precedente noi abbiamo costituito un momento di incontro con le varie Commissioni, ma anche con le associazioni di categoria che si andavano a difendere, per quello che stava succedendo, ma credo che sarebbe corretto far capire che non è il Ministro alla sanità solo il responsabile, o meglio, colui che ne ha la competenza, perché il Ministro dei lavori pubblici si occupa delle barriere architettoniche, e perché allora non responsabilizzare la VIII Commissione (ambiente, territorio e lavori pubblici) ? Oppure la IX Commissione (trasporti), perché si tratta dei trasporti accessibili e della mobilità per tutti, perché noi non dobbiamo avere quella strana idea che divenire poi un giorno disabile, nel senso di persona con delle difficoltà fisiche, significa che uno deve essere solo assistito. Molte volte, io ve lo dico per conoscenza proprio delle persone, a me è capitato vedere gente che ha avuto un incidente e che con quei soldi si compra la casa ! O si compra quello ovviamente che desidera. Ma perché si compra la casa ? Perché nella casa dove viveva non può più entrare. Perché sicuramente uno non ha idea di quello che significano un bagno accessibile, una cucina accessibile, eccetera.
C’è questa falsa idea che bisogna assistere l’infortunato, mentre invece non si può solo assistere, bisogna intervenire integrando e includendo il soggetto nella quotidianità, per cuiPag. 111credo che debba esserci un ritorno in tutte le Commissioni, le chiedo di poter firmare questa mozione del Partito Democratico, di poter aggiungere la mia firma, proprio per l’importanza di quanto viene sostenuto, riguardo all’attenzione e alla sensibilità di non dare per scontato che dieci vale dieci ovunque, così a priori. Dieci vale dieci e lo deve valere in tutte le regioni d’Italia, allo stesso modo, ma è pur vero che non dobbiamo prescindere totalmente dalla situazione ambientale del soggetto.
Ora se manca un braccio, manca un braccio, però siamo tutti consapevoli che se manca un braccio a una persona che ha una marito, dei figli, una madre, in una situazione in qualche modo tutelata, «parata», essa ha meno problemi. Se noi pensiamo a una persona che ha un incidente e perde un braccio, ed è sola, questa sicuramente avrà necessità di un aumento… cioè non è che possiamo pensare che le tabelle non siano costruite anche in base alla situazione esterna del soggetto, perché francamente, a parte che non so se voi sapete che c’è questo luogo comune che gira secondo il quale «i disabili che hanno avuto un incidente stradale non si definiscono disabili». Loro sostengono di aver avuto «un limite a causa di…» , e quindi anche psicologicamente il loro disagio è diverso da quello di chi comunque lo vive dall’inizio.
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E questa cosa fa la differenza rispetto ai costi, perché mentre io mi adatto all’autobus accessibile, colui che ha avuto un incidente stradale cerca il taxi accessibile. C’è proprio una forma culturale diversa di integrazione e di inclusione.
Non la voglio tirare per le lunghe, però – lo ripeto – la casistica, i punti, le regole non sono cosa da poco, perché non sono i 100 mila euro, né un milione di euro che potrà risolvere la vita di chi ha avuto una menomazione permanente. Credo che sia invece un ragionamento a trecentosessanta gradi, con l’intervento di tutto il quadro del Governo, e non solo di quello assistenziale, che può cambiare le cose.
E inoltre mi permetto, visto che siamo in argomento, di non banalizzare in tutto questo le commissioni mediche e la giustizia, perché sono il primo punto di riferimento con cui la persona o la famiglia fanno i conti. Quando sentiamo che qualcuno ha avuto un incidente stradale, in televisione dicono sempre «gravissimo», ma generalmente poi non muore. Non è che muoiono tutti, c’è questa idea un po’ falsata: sono quelli che rimangono per lungo tempo in uno stato comatoso, o comunque vivono una situazione di grave disagio. A chi diamo i soldi ? Riteniamo che vada compensato il soggetto, o anche chi in quel momento ha dovuto comunque far fronte ad una serie di spese e di costi ? Credo che su questo non possiamo andare alla leggera, ma dobbiamo usare il massimo dell’attenzione.
Sosterrò quindi con forza la mozione del PD, perché ritengo che sia quella con più attenzione a ciò; ritengo che siano corrette tutte le altre, senza togliere niente a nessuno. Ma vi ricordo che l’attenzione maggiore va rivolta alle assicurazioni, che ben ci guadagnano; ma dovete sapere che mentre speculano profondamente su chi vive un disagio per un incidente stradale, nessuno ci offre l’assicurazione sulla vita, cioè le assicurazioni ci impediscono di assicurarci per la vita (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l’Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.
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ENRICO COSTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, queste mozioni sono interessanti perché ci pongono di fronte ad una situazione che molto spesso emerge nel nostro Paese, non soltanto nel settore infortunistico ma in molti settori della vita quotidiana.
Vi sono delle lacune normative, vi sono delle norme, vi sono delle regole, vi sono delle parti di disciplina normativa che non coprono adeguatamente determinati settori. E come capita in tutte queste circostanze, quando ci sono delle lacune, quando ci sono delle norme generiche, ci dev’essere qualcuno chiamato ad interpretarle, qualcuno chiamato ad adeguarle, qualcuno chiamato a riempirle.
Diceva Calamandrei che, quando la norma è talmente generica da portare il giudice a doverla riempire di contenuti, il giudice diventa il legislatore. Questo sappiamo che non dovrebbe capitare nel campo penale, dove vi è un principio, il principio di tassatività della norma, che la rende incostituzionale se troppo vaga e troppo generica; ma vi sono tanti settori della vita quotidiana nei quali il nostro Stato, pronto a legiferare in ogni dove e in ogni materia, su ogni settore, riempiendo di burocrazia e di scartoffie la nostra pubblica amministrazione e la nostra vita privata, si dimentica di intervenire.
Quando si dimentica di intervenire, cosa succede ? Capita che la giurisprudenza, capita che i magistrati, capita che le Corti d’appello o i singoli tribunali si creino dei loro orticelli: creino delle loro interpretazioni, e creino la classica giustizia «a macchia di leopardo».
In questo settore è avvenuto proprio questo.
È avvenuto che, in un tribunale, nascevano, crescevano e si radicavano delle tabelle, in un altro tribunale delle tabelle con numeri completamente diversi, in un altro tribunale ancora delle regole applicative ancora diverse. In questa situazione di disordine, potevano capitare due cose: poteva capitare che lo Stato, il legislatore ponesse fine a questo disordine, a questa iniquità, a questa giustizia resa a macchia di leopardo o poteva capitare che la Corte di Cassazione decidesse di farlo per conto del legislatore e lo facesse attraverso degli atti non normativi, come una sentenza, integrativi però della disciplina legislativa. È un’invasione del giudice o è una supplenza del giudice ?Pag. 114
Bene, gli interpreti si sono divertiti a valutare e a interpretare le mosse di questo provvedimento, di queste sentenze della Corte di Cassazione, ma noi sul piano politico dobbiamo dire che, molto probabilmente, siamo rimasti un passo indietro e ci troviamo oggi ad affrontare un tema, quello delle tabelle non più giurisprudenziali ma normative, che dovrebbero essere approvate con un decreto del Presidente della Repubblica firmato dal Ministro della salute. Ebbene, cosa capita in questa circostanza ? Capita che la Cassazione ha preso a punto di riferimento le tabelle del tribunale di Milano che sono in sostanza quantificate in termini addirittura quasi doppi rispetto alle tabelle previste dal provvedimento in itinere e in fase avanzatissima.
Quindi, è evidente che si crea una certa confusione e si crea anche un certo disorientamento con riferimento ad un atto che non è un atto parlamentare, perché non si tratta di un decreto legislativo sul quale il Parlamento ha la possibilità di intervenire, facendo sentire la sua voce anche per quanto riguarda il quantum di queste tabelle, ma dovrebbe semplicemente prenderne atto. Ebbene, siamo arrivati quasi alla fine di questo percorso, ma la differenza fra quello che è oggi un risarcimento sulla base delle tabelle che la Cassazione ha riorganizzato prendendo a riferimento quelle di Milano e quello che dovrebbe essere in questo provvedimento è sostanziale; è una differenza che induce quest’Aula, questo Parlamento a riflettere, che induce a rivolgersi al Governo chiedendo uno spunto di riflessione, un supplemento di indagine, cercare di capire perché si è generata una differenza così forte, perché e come sono nate queste tabelle, come si sono radicate. È vero, alcuni dicono che sono nate sulla base, anche queste, della giurisprudenza del tribunale di Milano, ma allora bisogna capire perché queste dinamiche sono diverse, e per farlo possiamo chiedere una cosa sola: abbiamo uno strumento, ossia chiedere al Governo di soprassedere e confrontarsi con le Commissioni parlamentari, non perché le Commissioni parlamentari ne sappiano di più di quelle tecniche che hanno redatto le tabelle, ma perché le Commissioni parlamentari avranno la possibilità di chiamare gli esperti, i tecnici, di farsi fare un’indagine su come si può generare una tabella, se è giusta questa tabella, se ci sono delle ingiustizie, se ci sonoPag. 115delle correzioni da portare avanti. Questo serve anche, io penso, per rendere il Governo con un bagaglio maggiore di conoscenze e di esperienze da provare, e perché no, le Commissioni parlamentari potrebbero, nell’ambito del loro approfondimento, valutare non solo come si generano queste tabelle ma come si generano e aumentano nel tempo i premi delle assicurazioni, perché anche sotto questo profilo sicuramente un approfondimento va fatto. Non possono diminuire i risarcimenti e aumentare nel corso degli anni sempre i premi assicurativi, è giusto che ci sia un giusto equilibrio ed un giusto contemperamento.
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Il nostro auspicio è, quindi, quello di evitare una legislazione per supplenza svolta dalla Corte di Cassazione, ma ben venga, nel momento in cui oggi c’è una giustizia resa a macchia di leopardo. Ebbene, oggi, il legislatore è vago, generico, talvolta inesistente in questa materia. Ci preoccupa, sì, ma cerchiamo di rimediare attraverso l’intervento del Governo, ma ci preoccupa molto, molto di più e tantissimo quando il legislatore in altri settori è inesistente e la norma, non soltanto del caso concreto, ma la norma generale e astratta viene fatta dai giudici e viene fatta dal giudice A in un modo, dal giudice B in un altro e dal giudice C in un terzo modo diverso e, quando tocca la libertà personale, questo modo di mancare da parte del legislatore al suo obbligo di tassatività è sicuramente un peccato mortale.
Detto questo, auspico che le Commissioni – lo ha evidenziato la collega Argentin in precedenza – siano tutte coinvolte, non soltanto la Commissione Sanità e la Commissione Trasporti, ma anche la Commissione Giustizia, che sicuramente può fungere da punto di riferimento per i destinatari di queste norme, intesi come veicolatori dei risarcimenti, che sono i soggetti che vivono la vita quotidiana dei tribunali perché moltissimi di questi risarcimenti passano attraverso le dinamiche giudiziarie.
Ecco, detto questo, ringrazio il Governo per il parere favorevole perché significa – anche da parte del Governo – l’umiltà di approfondire e di non volere accelerare, laddove sicuramente c’è stato un lavoro e un lavoro coscienzioso, ma il supplemento di indagine non è mai troppo (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, sottosegretario, colleghi deputati, innanzitutto, è necessario e doveroso focalizzare con nettezza il tema di cui si sta discutendo oggi anche perché la prospettazione del Governo è chiaramente fuorviante.Pag. 117
È necessario e doveroso dire, senza mezzi termini, che stiamo parlando della tutela dei diritti fondamentali dei cittadini; valutare quanto deve essere quantificata la lesione di un diritto fondamentale equivale a valutare quanto pesa per questo Parlamento il diritto leso. È, altresì, necessario e doveroso confessare che il vero problema da affrontare è legato all’incidenza che la mozione del MoVimento 5 Stelle – così come altre mozioni – potrà avere sui bilanci delle compagnie assicurative perché, se non diciamo questo, colleghi, allora non affrontiamo la realtà. Se, invece, vogliamo avere un punto di partenza corretto e concreto, allora, bisogna partire da alcuni dati. Preannunzio che, nel presente intervento, citerò i dati facendo esempi di persone, i cui nomi saranno casuali, ma serviranno a ricordarci che, parlando di diritti fondamentali, parliamo di persone e non di numeri.
Partiamo dall’andamento degli importi nei premi assicurativi: nel periodo 2007-2010, l’autorità per la concorrenza ha registrato un innalzamento del premio RC auto, che ha raggiunto il 20 per cento all’anno nel caso di Gianni, un neopatentato con un’autovettura di piccola cilindrata, il 16 per cento all’anno per Marco, quarantenne con un’autovettura di media cilindrata, il 12 per cento all’anno per Teresa, una pensionata con un’autovettura di piccola cilindrata.
Come si sono comportate le assicurazioni di fronte all’aggravamento della crisi ? Nel 2011, l’ISVAP ha registrato un incremento medio annuo nei prezzi di circa il 4,5 per cento per le classi standard, ben oltre il tasso di inflazione. Nel periodo gennaio 2012-gennaio 2013, praticamente in piena crisi, i prezzi di listino medi nazionali per le assicurazioni RC auto hanno subito aumenti delle tariffe fino al 16,2 per cento. Qualcuno potrebbe pensare che all’estero, dove stanno economicamente meglio, i premi siano più alti. Ebbene, quel qualcuno, dovrebbe ricredersi perché, secondo l’Antitrust, i premi RC auto sono in Italia più elevati e crescono più velocemente rispetto a quelli dei principali Paesi europei: il prezzo medio del premio italiano è più del doppio di quello francese e supera quello tedesco dell’80 per cento e quello olandese di quasi il 70 per cento. La crescita dei prezzi perPag. 118l’assicurazione – cito l’autorità garante – sul periodo 2006-2010 è stata quasi il doppio di quella della zona euro e quasi il triplo di quella registrata in Francia.
Qualcuno in quest’Aula potrebbe anche lasciarsi andare a frasi relative ai rischi di truffa in Italia, alimentando il solito nonché subdolo gioco per cui alla fine è sempre un po’ colpa dei cittadini. La Lega, tanto per cambiare, specifica nella propria mozione, le cui conclusioni sono certamente condivisibili, che le truffe nel Mezzogiorno avrebbero un’incidenza sul rincaro dei prezzi. Anche in questo caso quel qualcuno, insieme alla Lega, dovrebbe ricredersi, perché il numero delle frodi accertate ai danni delle compagnie in Italia appare quattro volte inferiore a quello accertato dalle compagnie nel Regno Unito ed è la metà di quello accertato in Francia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ma, come si è pervenuti allo schema di decreto in questione ? Nel 2005 il Parlamento aveva dato delega al Governo per realizzare una tabella unica nazionale, atta a stabilire i valori dei risarcimenti per i danni alla persona sopra i 9 punti percentuali, le cosiddette lesioni macropermanenti. La delega scadeva il 1o gennaio 2009 con un nulla di fatto. Ed allora, in assenza di atti da parte del Governo, il 6 giugno 2011 la Corte di cassazione indica le tabelle adottate dal tribunale di Milano quale modello unico di riferimento per calcolare, in maniera uniforme, i valori dei risarcimenti su tutto il territorio nazionale.
Immagino – ma immagino, ovviamente – che le compagnie assicurative non abbiano gradito questa sentenza, visto che le tabelle di Milano prevedono risarcimenti ben più dignitosi. Guarda caso, ma si tratta semplicemente di una coincidenza, dopo 6 anni di immobilismo totale, il 3 agosto 2011 il Governo, dopo poco più di un mese dalla predetta sentenza, sente l’improvvisa esigenza di emanare uno schema di regolamento che praticamente, diciamolo chiaramente agli italiani, dimezza gli importi delle tabelle di Milano. Tale schema, subito ribattezzato «ammazza risarcimenti», riceveva un parere fortemente negativo da parte del Consiglio di Stato. Poco dopo, la Camera dei deputati, questa Camera, approvava una mozionePag. 119che impegnava il Governo al ritiro dello schema dell’atto governativo e all’introduzione, per legge, delle tabelle di Milano.
Oggi, se mi consente l’espressione, ritorniamo su questo immaginario luogo del delitto, un delitto che il Governo Monti, nel suo ultimo mese di vita, ha tentato di perpetrare ai danni del cittadino per favorire, di fatto, rilevanti interessi privati. Una grave condotta dalla quale il Governo in carica è tenuto, con atti concreti, a prendere le dovute distanze. Il gruppo del MoVimento 5 Stelle, nell’esclusivo interesse della salvaguardia dei diritti dei cittadini, voterà a favore di tutte le proposte mozioni che abbiano come punti irrinunciabili sia il definitivo ritiro, da parte del Governo, del ricordato schema di decreto, sia l’impegno a prendere come punto di riferimento le tabelle di Milano.
È perché se ne chiede il ritiro ? Perché oggi Francesco, un giovane danneggiato di 35 anni con un’invalidità del 50 per cento, in base alle tabelle di Milano può essere risarcito con una cifra compresa tra 384 mila e 480 mila. Domani, sulla base del decreto in questione, Francesco può essere liquidato con 220 mila euro. Perché Giuseppe, un anziano di 70 anni con un’invalidità del 70 per cento, oggi riceve un risarcimento compreso tra 517 mila e 646 mila. Domani Giuseppe sarà risarcito con 330 mila euro, la metà.
È chiaro che ogni sentenza sul risarcimento dei danni diventerebbe improvvisamente contraria al comune senso di giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa: pensate, sono parole di ieri del Ministro Alfano.
Peccato che la sentenza in questione non si riferisse ai cittadini lesi nei loro diritti fondamentali, ma ad un condannato in primo grado per prostituzione minorile e concussione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Si parla tanto di centralità del Parlamento. Il gruppo del MoVimento 5 Stelle in Commissione Giustizia, con una proposta di legge, la n. 1063, già assegnata alla Commissione Giustizia e in fase di calendarizzazione, offre oggi al Parlamento la rara opportunità di riappropriarsi del proprio ruolo di legislatore, di farsi, cioè, interprete dei bisogni del cittadinoPag. 120e non di pochi centri di potere, traducendo legittime istanze di giustizia in un testo di legge che sia autenticamente rispondente agli interessi di tutti.
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Sulle questioni che incidono a fondo nella vita del cittadino è finito e deve finire il tempo delle deleghe in bianco al Governo, così come è finito e deve finire il tempo di una generalizzata supplenza che la magistratura è costretta ad esercitare nei confronti del Parlamento per colmare sospetti vuoti legislativi.
Magari ci sarà un giorno in cui alcune forze politiche di questo Parlamento faranno una manifestazione, magari a Brescia, per ringraziare i magistrati che, in materie delicatissime, come quella del risarcimento dei danni hanno fatto il loro lavoro, hanno fatto il lavoro che aspettava a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Vedete, nei vuoti legislativi l’incertezza del diritto genera sfiducia nelle istituzioni. Il Parlamento, approvando la nostra mozione, può invertire questa tendenza. E allora si affermi oggi in maniera incontrovertibile lo stop allo schema di decreto che dimezza il risarcimento del danno alla persona e si prosegua da domani, nell’ambito delle Commissioni permanenti nel Parlamento, nel solco tracciato dalla proposta del MoVimento 5 Stelle, per affermare che la persona con i suoi diritti fondamentali deve tornare al centro del nostro ordinamento. Questa è la sfida che i deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle lanciano alle forze politiche presenti in Parlamento: ascoltare il cittadino, legiferare nel suo esclusivo interesse e respingere l’assalto delle lobby ai diritti di molti per la salvaguardia dei profitti ingenti di pochi. Ripartiamo insieme da qui. In caso contrario, lo schema di decreto «ammazza risarcimenti» dovrà essere ribattezzato – mi dispiace dirlo – come «ammazza danneggiati», perché un giovane danneggiato di venti anni, ridotto allo stato vegetativo, praticamente ucciso a seguito di un sinistro stradale, con un’invalidità del 100 per cento, oggi viene risarcito con una somma fino a un milione 400 mila euro. Dimezzare con lo schema di decreto in questione il risarcimento a circa 700 mila euro vuol dire uccidere quella persona per la seconda volta. Qualcuno in quest’Aula sarà in grado di spiegarlo ai genitori di quel ragazzo di vent’anni ? So che non è facile, ma invito tutti i colleghi oggi in Aula ad immaginare un dramma delPag. 122genere e pensare alla risposta che vorrebbero poter dare a quei genitori disperati. Invito tutti a pensare a quella risposta prima di decidere come e cosa votare. Noi sappiamo bene quale risposta secondo giustizia vogliamo e dobbiamo dare e voteremo di conseguenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Impegno. Ne ha facoltà, per dieci minuti.
LEONARDO IMPEGNO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora sottosegretario, il Partito Democratico, con la propria mozione invita il Governo a sospendere l’emanazione del decreto che regolamenta, come abbiamo detto fino adesso, le tabelle per il risarcimento del danno, fino però all’espletamento di un più approfondito e organico confronto parlamentare. Riteniamo infatti che non si possa partire dalla coda e non si possa partire da un aspetto specifico, seppur moralmente rilevante, seppur urgente. Non si può partire dalla coda perché questo è un aspetto specifico e consideriamo infatti necessaria e urgente una più ampia valutazione e riforma dell’intero comparto assicurativo. Inoltre, non ravvisiamo l’urgenza, signor Presidente, visto che la Corte di cassazione, in assenza di criteri stabiliti dalla legge – ed è questo il caso che stiamo affrontando – considerando intollerabile ed iniquo che danni identici possano essere liquidati in misura diversa, stabilisce che i criteri per la liquidazione del danno siano individuati dalle tabelle di Milano. E qui voglio dire ad alcuni colleghi che mi hanno preceduto: per spezzare rendite di posizione, privilegi e corporazioni, che pure ci sono in questo mondo, non è sufficiente sbraitare e gridare contro le lobby. Ci vuole duro lavoro e coraggio.
Per questo, il Partito Democratico propone un’indagine conoscitiva in merito. Va detto, però, che le tabelle di Milano si differenziano e non sono compatibili con le tabelle previste dal decreto perché sono valutazioni e danni completamente diversi. Questo significa approfondire il tema e non fare demagogia.
Riteniamo davvero urgente, quindi, un’approfondita indagine parlamentare, che si ponga l’obiettivo di riformare l’intero sistema assicurativo obbligatorio. Siamo, infatti, di fronte a unPag. 123settore tutt’altro che marginale nell’economia nazionale. Con i suoi 16-17 miliardi di euro, il mondo delle assicurazioni per responsabilità civile dei veicoli terrestri vale ben oltre l’1 per cento del prodotto interno lordo.
Qual è il tema, cari colleghi, che noi, oggi, qui dobbiamo affrontare ? È l’esigenza e l’urgenza di portare efficienza, concorrenza e competitività in un settore che rappresenta una voce rilevante nei bilanci di famiglie e piccole imprese. Basta avere due auto e un motorino perché possa sballare il bilancio familiare ! Il punto di vista del Partito Democratico e della nostra mozione sarà sempre quello del cittadino, dell’utente e del consumatore, come ha detto l’onorevole Boccuzzi la settimana scorsa.
Purtroppo, però, i fondamentali di cui disponiamo ci dicono che gli italiani pagano le loro assicurazioni auto il 100 per cento in più rispetto ai francesi, l’80 per cento in più rispetto ai tedeschi, e potrei continuare. Ci dicono pure, come vedremo fra poco, che la forbice non aumenta solo tra l’Italia e il resto d’Europa, ma si sta drammaticamente divaricando anche tra Nord e Sud del nostro Paese; questo, certamente, a causa della maggiore sinistrosità che vi è nel Mezzogiorno, ma non solo, non solo.
Ad incidere sui maggiori costi dei risarcimenti, e quindi sui maggiori costi dei premi assicurativi, sono, infatti, le numerose frodi, comportamenti illeciti verso i quali dall’intero sistema si manifesta un’eccessiva tolleranza e permissività. Il fenomeno cui assistiamo, quindi, è quello di assicurazioni deboli con i forti, ovvero con i frodatori e gli approfittatori, e forti con i deboli, ossia con i cittadini onesti, virtuosi e disciplinati.
Quindi, il voto favorevole alla nostra mozione non può essere letto e archiviato secondo la classica logica del rinvio; anzi, il Partito Democratico chiede di sospendere l’emanazione di questo decreto, non perché non voglia la tabella unica e valida su tutto il territorio nazionale, ma perché siamo convinti, fino in fondo, che una simile maniera di procedere generi maggiori squilibri, piuttosto che avviare il sistema ad una maggiore omogeneità e certezza del diritto.
E per suffragare questa nostra tesi e considerazione, può essere utile ricordare i risultati dell’indagine svolta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato riguardante lePag. 124procedure di risarcimento diretto e gli assetti concorrenziali, allo scopo di accertare le cause dei premi e degli alti costi. Primo, la crescita dei prezzi per assicurato dei mezzi di trasporto in Italia, nel periodo 2006-2010, è stata quasi il doppio di quella della zona euro e per tutti i profili di assicurato.
Secondo elemento, la frequenza dei sinistri in Italia è aumentata in tutti gli anni successivi all’introduzione della procedura di risarcimento diretto, ad eccezione del 2010. L’inversione di tendenza, si badi bene, però, della frequenza dei sinistri che è avvenuta nel 2010 non è indicativa di un’effettiva riduzione della sinistrosità dovuta, ma si tratta di un fenomeno in gran parte riconducibile ad un maggior ricorso, da parte degli assicurati, all’autoliquidazione, ovvero, per non incorrere in un esponenziale e ingiustificabile aumento del premio assicurativo, l’assicurato preferisce regolare il danno causato in maniera privata.
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Una sorta di risarcimento fai-da-te, che rappresenta, onorevoli colleghi, una evidente bocciatura dell’intero sistema.
Terzo: il numero delle frodi accertate ai danni delle compagnie in Italia appare quattro volte inferiore a quello accertato dalle compagnie del Regno unito e la metà di quello accertato in Francia: c’è una netta contraddizione tra questi due dati, enorme, evidente ed è questa materia del Parlamento. Spesso, infatti, le compagnie trovano più conveniente liquidare le frodi commesse in ambito RC-Auto, anziché investigare approfonditamente se i danni lamentati e, di conseguenza, i risarcimenti vantati si siano effettivamente prodotti o meno.
Insomma, questa dinamica, tutt’altro che virtuosa, si può ricondurre in ultima analisi all’assenza di una adeguata pressione competitiva del mercato assicurativo: se c’è poca concorrenza le imprese non lavorano per diminuire i costi e quindi neppure per abbattere i premi. Ce lo ha ricordato il presidente dell’Authority, Pitruzzella, l’altro giorno; ha rivolto un appello al Parlamento perché ritiene, lui, indispensabile – questo è il termine che ha usato – un’intera riforma del comparto assicurativo.
Per questi motivi, riteniamo utile e giusto che il Parlamento affronti mediante una indagine conoscitiva e un’eventuale organica proposta di legge, l’intero sistema, per evitare che alla fine della giostra il costo delle inefficienze, che ho provato e che abbiamo provato ad elencare in questa Aula, ricadano sulle spalle dei cittadini onesti italiani e, in particolare, sui cittadini virtuosi del Mezzogiorno. E come accade in molti altri settori, signor sottosegretario le mancate scelte, l’assenza di incisività della politica determinano un aggravio economico rilevantissimo per le famiglie italiane.
E consentitemi, – e ho concluso –, mi rivolgo anche a lei signor Presidente: il costo della RC-auto in alcune aree del Sud è diventato umanamente insostenibile. Un ragazzo di appena 20 anni che assicura un’auto 1500 di cilindrata, quindi neopatentato, paga oltre tremila euro di assicurazione, sei, sette volte in più di un suo coetaneo virtuoso e a parità di condizioni, di altre parti del Paese. Questo non è più accettabile. Per queste ragioni – e ho davvero concluso – si stanno verificando dei fenomeni rilevantissimi. I cittadini…
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PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, deputato.
LEONARDO IMPEGNO. I cittadini non si assicurano più e ci si assicura in altre regioni.
Per questi e per tanti altri motivi, che non ho il tempo a disposizione per elencare, chiediamo al Governo di sospendere il decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, gli atti di indirizzo saranno posti in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Colletti ed altri n. 1-00021 (Nuova formulazione), non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Centemero, Stumpo, Guidesi, Calabria, Fanucci, Cesaro Antimo, Duranti, Schirò…Hanno votato tutti ?…Vitelli, D’Uva…Hanno votato tutti ? Zaccagnini, Pisicchio, Borghi, Fiorio, Businarolo…Facciamo in fretta…Agostinelli, Sarti… Hanno votato tutti ? Velocemente, cortesemente.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 511
Votanti 492
Astenuti 19
Maggioranza 247
Hanno votato sì 127
Hanno votato no 365.
(La Camera respinge – Vedi votazioni).
Pag. 127
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Boccuzzi ed altri n. 1-00099 (Nuova formulazione), accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Fratoianni, Turco, Spadoni, Boccuzzi, Carnevali, Mannino, Ferraresi, Dambruoso…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 521
Votanti 519
Astenuti 2
Maggioranza 260
Hanno votato sì 424
Hanno votato no 95.
(La Camera approva – Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piazzoni ed altri n. 1-00100, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, Piepoli, Spadoni, Piras, Polverini, Ottobre, Paris, Chiarelli…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 521
Votanti 502
Astenuti 19
Maggioranza 252
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 367
(La Camera respinge – Vedi votazioni).Pag. 128
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Molteni ed altri n. 1-00101, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bargero, Spadoni, Miccoli, Rizzetto, Magorno, Cecconi, Dellai, Giacomelli, Beni…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 516
Votanti 415
Astenuti 101
Maggioranza 208
Hanno votato sì 52
Hanno votato no 363.
(La Camera respinge – Vedi votazioni).
Pag. 129
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gigli ed altri n. 1 -00102, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Malpezzi… onorevole Tacconi… onorevole Gozi… onorevole Beni…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 517
Votanti 496
Astenuti 21
Maggioranza 249
Hanno votato sì 365
Hanno votato no 131).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Costa ed altri n. 1-00103 (Nuova formulazione), in quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Malisani… onorevole Ottobre… onorevole Sannicandro… onorevole Catania… onorevole Rossi… onorevole Giammanco … onorevole Madia… onorevole Palma… Mi segnalano che c’è una postazione accesa senza la persona. Ripeto che è molto più semplice se ognuno vota al suo posto, così evitiamo fraintendimenti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 516 Pag. 130
Maggioranza 259
Hanno votato sì 389
Hanno votato no 127).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Giorgia Meloni ed altri n. 1-00104, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Paris… onorevole Cecconi… onorevole Fioroni… onorevole Giacomelli… onorevole Galli… l’onorevole Bonafede ha votato ?… onorevole Russo… l’onorevole Palma non ha ancora votato…onorevole Agostini…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 524
Votanti 515
Astenuti 9
Maggioranza 258
Hanno votato sì 21
Hanno votato no 494).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Di Lello ed altri n. 6-00017, come modificata su richiesta del Governo e in quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Colonnese… onorevole Beni… onorevole Vargiu…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 525
Votanti 501
Astenuti 24
Maggioranza 251 Pag. 131
Hanno votato sì 403
Hanno votato no 98).
Adesso, con il governo di larghe intese, non devono nemmeno fingere di non essere d’accordo. Per il bene del paese faranno un altro bel regalo alle compagnie di assicurazioni . La scusa è sempre quella di diminuire i premi che provvedimento dopo provvedimento, chissà perché, sono sempre aumentati…
Larghe intese, sì, altroccchè! Oggi, sia destra che sinistra, “possiedono” banche e assicurazioni, ma dietro ci sono i banchieri, ovviamente (i pupari), e le strutture murarie delle banche e delle assicurazioni (i fili manovrati dai pupari), sono solo dei collettori, com’è che li chiamavano tal collettori gli antichi romani?
Ovviamente i collettori per funzionare a pieno regime, al 101%, hanno bisogno di operai, di tanti operari che ogni santo giorno, devono, Devono, DEVONO, muoversi con un certo ritmo, all’inisono, e vengono spostati ora qui ora là. Mai visti operai così efficenti, infatti sono premiati con super gratifiche, e più che ottimi stipendi. E anche quando questi operari, per un qualche motivo non potranno più lavorare, vengono in segno di riconoscimento piazzati, a sorvegliare i lavori di fondazione delle fondazioni.
Grande Gesù! Lui sì che era il capo del servizio d’ordine per eccellenza! LUI da libero cittadino, ebbe e mostrò “gli attributi”, buttando fuori i mercanti dal TEMPIO in quanto lo stavano insozzando solo con il semplice stazionamento, nonostante detto TEMPIO appartenesse e vi si professasse, un’altra religione.
A memoria d’uomo, mai nessuno ha superato “in termini di attributi”, Gesù; molti, moltissimi quelli che hanno millantato, molti di più, millantano oggi, anche grazie all’utilizzo degli oppiacei mediatici. Sicuro che abbiamo abbandonato le ideologie delle “2 Piramid Sociali dei Longobardi”, e stiamo utilizzando la perfetta Piramide, la più buddhista di tutte, ovvero quella di la moderna, la più giusta,”la Piramide di Maslow”? Oppure zitti zitti, senza dare nell’occhio, hanno già radicato “La Piramide di Anthony”. Grazie Murray Henry, grazie Heller Agnes, grazie Lukács György , per esser nati ed esistiti, e Dio non voglia, che il vostro sforzo, i vostri studi, la vostra intelligenza e visione della realtà, non vengano spazzati via dal totalitarismo moderno, democraticamente distribuito nelle mani di pochi, dalle larghe intese, anzicchè occuparsi dei bisogni e delle necessità di tutti i cittadini, come dovrebbe essere in ogni parte del pianeta Terra, abitato com’è noto, da ESSERI UMANI.
Grazie Stefano Mannacio! Come sempre in tempo reale, come se il CUPSIT fosse dentro il Parlamento, ci informi d’ogni cosa importante per noi patrocinatori e per i nostri clienti danneggiati, e in senso generale, ci tieni in campana come una sorte di oche del Campidoglio, a vigilare, a sorvegliare, anche durante “le buie notti dei sicari” ed eventualmente reagire, come abbiamo sempre fatto, e quasi sempre siamo riusciti tutti, a difendere bene il DIRITTO, che come dice sempre qualcuno dell’ambiente, NON E’ TRINO.
Anche L’ACI (alzi la mano chi sa dire a cosa serva oggi) spinge per l’approvazione della tabella unica nazionale e per la prescrizione lampo…..chissà come mai!
http://motori.excite.it/polizze-rc-auto-abbassarle-del-30-la-proposta-dellaci-al-governo-letta-N141040.html