Padre, perdona loro i loro peccati, come al solito, non sanno che quel che fanno e neanche dove stanno di casa, troppo ignoranti e meschini e cavernicoli, e presto se ne accorgeranno e piangeranno lacrime amare, perchèa partire da oggi, le colpe di questi padri, nessuno escluso, cadano sui loro figli, ufficiali e non, moltiplicato per 4, fino a quando non saranno rinsaviti.
Dal seguente link cliccabile, la seguente notizia: http://www.napoli.aci.it/index.php?id=76&rubrica=1914&cHash=431225f70f
RC Auto sulla buona strada.9.3.2012, Il Presidente
Pubblicato sul quotidiano; la Repubblica
La tariffa unica per gli assicurati più virtuosi, ovvero per quelli che occupano la prima classe bonus/malus, grazie ad un emendamento del Senatore Franco Pontone, rappresenta un importante passo in direzione di un sistema che premia chi effettivamente non commette sinistri alla guida di un veicolo. Altrettanto rilevanti ci sembrano pure le misure previste per contrastare gli abusi e le frodi che, come dimostrano gli ultimi episodi di cronaca, si possono stanare e contrastare con successo se le compagnie denunciano i casi sospetti alle autorità competenti. L’auspicio è che gli emendamenti approvati al Senato nell’ambito della discussione per la conversione in legge del decreto sulle liberalizzazioni, siano poi confermati nel prosieguo del dibattito alla Camera, per non vanificare quanto di buono sta facendo il Governo dei tecnici in un ambito in cui la politica ufficiale sembrava essersi rassegnata all’impotenza di riformare ed innovare. Sono più di dieci anni che stiamo portando avanti una battaglia per superare un anacronistico ed inefficiente criterio di determinazione dei premi delle polizze RC Auto basato, soprattutto, sulla provincia di residenza, e spesso addirittura sul codice di avviamento postale, dei contraenti. Non è la città in cui si vive, ma la capacità di guida a dover differenziare gli assicurati, altrimenti si corre il rischio, come sovente accade, di far pagare, a chi non commette incidenti, un premio maggiore persino rispetto a chi, invece, causa uno o più sinistri, per il semplice fatto di risiedere in un comune piuttosto che in un altro. Con il paradosso che se cambia residenza, varia pure la tariffa assicurativa, nonostante il contraente sia sempre la medesima persona, con lo stesso comportamento di guida a bordo dell’identico veicolo ed immutata classe di appartenenza bonus/malus. Le compagnie giustificano questo criterio con il rischio territoriale: vale a dire che ci sono aree del Paese dove l’indice di sinistrosità è più elevato e, con esso, il costo dei risarcimenti danni. Se pure volessimo accettare questa motivazione, allora ci sembrerebbe ancora più meritevole di essere premiato colui che, pur vivendo in un territorio a rischio, riesce comunque a non commettere incidenti. Ma non è così, anzi. Bisogna, invece, rendersi conto che il criterio della residenza è in antitesi col diritto-libertà di circolazione e domicilio sancito dalla nostra Costituzione. La copertura assicurativa per la responsabilità civile dei veicoli a motore, che il Codice della strada ci obbliga a sottoscrivere per poter guidare su una pubblica strada, non prevede vincoli territoriali di spostamento: che senso ha, quindi, la previsione di tariffe differenziate per provincia o per CAP? Non solo, ma con riferimento alla realtà napoletana, dove si applicano i premi delle polizze più cari d’Italia, anche il criterio dell’indice di sinistrosità convince poco, se è vero com’è vero che, in base ai dati Isvap, nel nostro territorio, nell’ultimo decennio, gli incidenti sono diminuiti del 16%, nonostante i veicoli circolanti siano aumentati del 14%. Il costo medio di un sinistro, a Napoli, è di 200 euro inferiore rispetto alla media nazionale. Persino le cosiddette “truffe” – di cui non ci stancheremo mai di dire che trattasi, in prevalenza, non di reati accertati, bensì di casi sospetti che le compagnie reputano tali, senza, però, denunciarli alla magistratura – in dieci anni sono diminuite del 51%. Con ciò non intendiamo negare il fenomeno ma la sua entità, utilizzata dalle compagnie come alibi a giustificazione dei continui aumenti tariffari. Infatti, nell’arco temporale considerato la raccolta premi complessiva è lievitata del 30% ed i costi delle polizze, come rilevato dallo stesso Isvap e dall’Antitrust, nel Meridione, e a Napoli in particolare, hanno raggiunto livelli proibitivi, in confronto al resto d’Italia. Evidentemente c’è qualche zona d’ombra su cui non si vuole indagare a fondo come, per esempio, il ridimensionamento dei centri liquidazione danni, ovvero le strutture delle compagnie deputate a controllare le denunce dei sinistri, a verificarne le responsabilità e a quantificare gli indennizzi. In dieci anni, in Italia, tali uffici sono diminuiti del 50%; a Napoli la contrazione è stata addirittura maggiore: circa il 60%. Strano che proprio in un territorio considerato ad alto rischio, dove ci si aspetterebbe un maggiore presidio, si decida, al contrario, di ridurre le attività di controllo. Evidentemente, c’è una chiara volontà da parte delle compagnie di rinunciare a perseguire l’efficienza di gestione attraverso una oculata politica di contenimento dei costi, trovando più semplice, comodo e redditizio avvalersi della leva tariffaria per salvaguardare i bilanci.
Ma l’obbligo assicurativo non può trasformarsi in un salvagente per le imprese a danno dei cittadini!
Certo, non neghiamo l’esistenza di alcune anomalie nel nostro mercato assicurativo che contribuiscono a far lievitare i costi dei sinistri come, per esempio, il fenomeno delle elevate richieste per il risarcimento di lesioni lievi.
In quest’ottica, dunque, l’emendamento approvato al Senato sulle microinvalidità che possono essere liquidate solo in presenza di riscontri ottenuti con accertamento clinico strumentale obiettivo, ci sembra una condivisibile iniziativa per contrastare gli abusi, cui dovrebbe seguire anche un’auspicabile e non più procrastinabile definizione delle tabelle nazionali per gli infortuni più gravi.
Insomma, fa piacere che la questione della Rc Auto sia tornata ad essere una priorità nell’agenda politica nazionale, come dimostrano, appunto, le misure del Governo ed i correttivi approvati in questi giorni in Parlamento (o meglio in un’ala di esso), ma non basta. Occorre anche far chiarezza sulla concentrazione in poche compagnie della maggioranza del fatturato RC Auto, sulle continue fusioni in atto, sugli intrecci poco trasparenti con i grandi gruppi finanziari e sulla creazione di nuove banche da parte delle stesse compagnie. Vedi il caso della Banca Sara – venduta per un euro – che ha arrecato perdite milionarie non solo alla Sara Assicurazioni, ma anche, e soprattutto, al bilancio dell’Aci, ente pubblico, che ne detiene la maggioranza del pacchetto azionario. E come al solito, le perdite si scaricano sugli assicurati RC Auto, obbligati per legge alla stipula di un contratto che – di fronte alla lobby assicurativa – diventa un vero e proprio capestro.
La cosa fantastica e che dicono continuamente “le lesioni che non siano…non devono essere riconosciute..”, –fantastico– lo hanno appena detto che sono lesioni e quindi comunque per norma dobbono essere risarcite. Saranno le compagnie che ammazzeranno definitivamente lo stragiudiziale non transando più…ma è da vedere!
I medici legali sono letteralmente incazzati, forti mobilitazioni sono in atto soprattutto in nord-est Italia, dove le compagnie riescono meno a impecorinatre i medici…speriamo che abbiano successo!!
Forti dubbi anche riguardo alla mediazione obbligatoria, molti i profili incostituzionali rilevati..il sentore è che la corte costituzionale comunque intervenga per una modifica o per la completa cancellazione…si pronunceranno, credo, a maggio.. vedremo anche li!!
Per il resto sappiamo tutto, cambia ben poco.. le assicurazioni si sono pappate l’intero frigorifero e ci sono pochi soldi in cassa..
Padre, perdona loro i loro peccati, come al solito, non sanno che quel che fanno e neanche dove stanno di casa, troppo ignoranti e meschini e cavernicoli, e presto se ne accorgeranno e piangeranno lacrime amare, perchèa partire da oggi, le colpe di questi padri, nessuno escluso, cadano sui loro figli, ufficiali e non, moltiplicato per 4, fino a quando non saranno rinsaviti.
Dal seguente link cliccabile, la seguente notizia:
http://www.napoli.aci.it/index.php?id=76&rubrica=1914&cHash=431225f70f
RC Auto sulla buona strada.9.3.2012, Il Presidente
Pubblicato sul quotidiano; la Repubblica
La tariffa unica per gli assicurati più virtuosi, ovvero per quelli che occupano la prima classe bonus/malus, grazie ad un emendamento del Senatore Franco Pontone, rappresenta un importante passo in direzione di un sistema che premia chi effettivamente non commette sinistri alla guida di un veicolo. Altrettanto rilevanti ci sembrano pure le misure previste per contrastare gli abusi e le frodi che, come dimostrano gli ultimi episodi di cronaca, si possono stanare e contrastare con successo se le compagnie denunciano i casi sospetti alle autorità competenti. L’auspicio è che gli emendamenti approvati al Senato nell’ambito della discussione per la conversione in legge del decreto sulle liberalizzazioni, siano poi confermati nel prosieguo del dibattito alla Camera, per non vanificare quanto di buono sta facendo il Governo dei tecnici in un ambito in cui la politica ufficiale sembrava essersi rassegnata all’impotenza di riformare ed innovare. Sono più di dieci anni che stiamo portando avanti una battaglia per superare un anacronistico ed inefficiente criterio di determinazione dei premi delle polizze RC Auto basato, soprattutto, sulla provincia di residenza, e spesso addirittura sul codice di avviamento postale, dei contraenti. Non è la città in cui si vive, ma la capacità di guida a dover differenziare gli assicurati, altrimenti si corre il rischio, come sovente accade, di far pagare, a chi non commette incidenti, un premio maggiore persino rispetto a chi, invece, causa uno o più sinistri, per il semplice fatto di risiedere in un comune piuttosto che in un altro. Con il paradosso che se cambia residenza, varia pure la tariffa assicurativa, nonostante il contraente sia sempre la medesima persona, con lo stesso comportamento di guida a bordo dell’identico veicolo ed immutata classe di appartenenza bonus/malus. Le compagnie giustificano questo criterio con il rischio territoriale: vale a dire che ci sono aree del Paese dove l’indice di sinistrosità è più elevato e, con esso, il costo dei risarcimenti danni. Se pure volessimo accettare questa motivazione, allora ci sembrerebbe ancora più meritevole di essere premiato colui che, pur vivendo in un territorio a rischio, riesce comunque a non commettere incidenti. Ma non è così, anzi. Bisogna, invece, rendersi conto che il criterio della residenza è in antitesi col diritto-libertà di circolazione e domicilio sancito dalla nostra Costituzione. La copertura assicurativa per la responsabilità civile dei veicoli a motore, che il Codice della strada ci obbliga a sottoscrivere per poter guidare su una pubblica strada, non prevede vincoli territoriali di spostamento: che senso ha, quindi, la previsione di tariffe differenziate per provincia o per CAP? Non solo, ma con riferimento alla realtà napoletana, dove si applicano i premi delle polizze più cari d’Italia, anche il criterio dell’indice di sinistrosità convince poco, se è vero com’è vero che, in base ai dati Isvap, nel nostro territorio, nell’ultimo decennio, gli incidenti sono diminuiti del 16%, nonostante i veicoli circolanti siano aumentati del 14%. Il costo medio di un sinistro, a Napoli, è di 200 euro inferiore rispetto alla media nazionale. Persino le cosiddette “truffe” – di cui non ci stancheremo mai di dire che trattasi, in prevalenza, non di reati accertati, bensì di casi sospetti che le compagnie reputano tali, senza, però, denunciarli alla magistratura – in dieci anni sono diminuite del 51%. Con ciò non intendiamo negare il fenomeno ma la sua entità, utilizzata dalle compagnie come alibi a giustificazione dei continui aumenti tariffari. Infatti, nell’arco temporale considerato la raccolta premi complessiva è lievitata del 30% ed i costi delle polizze, come rilevato dallo stesso Isvap e dall’Antitrust, nel Meridione, e a Napoli in particolare, hanno raggiunto livelli proibitivi, in confronto al resto d’Italia. Evidentemente c’è qualche zona d’ombra su cui non si vuole indagare a fondo come, per esempio, il ridimensionamento dei centri liquidazione danni, ovvero le strutture delle compagnie deputate a controllare le denunce dei sinistri, a verificarne le responsabilità e a quantificare gli indennizzi. In dieci anni, in Italia, tali uffici sono diminuiti del 50%; a Napoli la contrazione è stata addirittura maggiore: circa il 60%. Strano che proprio in un territorio considerato ad alto rischio, dove ci si aspetterebbe un maggiore presidio, si decida, al contrario, di ridurre le attività di controllo. Evidentemente, c’è una chiara volontà da parte delle compagnie di rinunciare a perseguire l’efficienza di gestione attraverso una oculata politica di contenimento dei costi, trovando più semplice, comodo e redditizio avvalersi della leva tariffaria per salvaguardare i bilanci.
Ma l’obbligo assicurativo non può trasformarsi in un salvagente per le imprese a danno dei cittadini!
Certo, non neghiamo l’esistenza di alcune anomalie nel nostro mercato assicurativo che contribuiscono a far lievitare i costi dei sinistri come, per esempio, il fenomeno delle elevate richieste per il risarcimento di lesioni lievi.
In quest’ottica, dunque, l’emendamento approvato al Senato sulle microinvalidità che possono essere liquidate solo in presenza di riscontri ottenuti con accertamento clinico strumentale obiettivo, ci sembra una condivisibile iniziativa per contrastare gli abusi, cui dovrebbe seguire anche un’auspicabile e non più procrastinabile definizione delle tabelle nazionali per gli infortuni più gravi.
Insomma, fa piacere che la questione della Rc Auto sia tornata ad essere una priorità nell’agenda politica nazionale, come dimostrano, appunto, le misure del Governo ed i correttivi approvati in questi giorni in Parlamento (o meglio in un’ala di esso), ma non basta. Occorre anche far chiarezza sulla concentrazione in poche compagnie della maggioranza del fatturato RC Auto, sulle continue fusioni in atto, sugli intrecci poco trasparenti con i grandi gruppi finanziari e sulla creazione di nuove banche da parte delle stesse compagnie. Vedi il caso della Banca Sara – venduta per un euro – che ha arrecato perdite milionarie non solo alla Sara Assicurazioni, ma anche, e soprattutto, al bilancio dell’Aci, ente pubblico, che ne detiene la maggioranza del pacchetto azionario. E come al solito, le perdite si scaricano sugli assicurati RC Auto, obbligati per legge alla stipula di un contratto che – di fronte alla lobby assicurativa – diventa un vero e proprio capestro.
Interessante, vero? Che ne pensate?
Dall’ottimo blog del http://www.ilcarrozziere.it, si apprende, il seguente link:
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-30c550ad-c14e-49fe-850e-015fcad4c135.html?refresh_ce.
La cosa fantastica e che dicono continuamente “le lesioni che non siano…non devono essere riconosciute..”, –fantastico– lo hanno appena detto che sono lesioni e quindi comunque per norma dobbono essere risarcite. Saranno le compagnie che ammazzeranno definitivamente lo stragiudiziale non transando più…ma è da vedere!
I medici legali sono letteralmente incazzati, forti mobilitazioni sono in atto soprattutto in nord-est Italia, dove le compagnie riescono meno a impecorinatre i medici…speriamo che abbiano successo!!
Forti dubbi anche riguardo alla mediazione obbligatoria, molti i profili incostituzionali rilevati..il sentore è che la corte costituzionale comunque intervenga per una modifica o per la completa cancellazione…si pronunceranno, credo, a maggio.. vedremo anche li!!
Per il resto sappiamo tutto, cambia ben poco.. le assicurazioni si sono pappate l’intero frigorifero e ci sono pochi soldi in cassa..