Grande successo nostro e della Associazione Vittime della Strada.
Il Sottosegretario Saglia pur esprimendosi a favore della vergognosa mozione di Valducci (firmata probabilmente dalla compagnie) ha lasciato libertà di voto per le mozioni di natura opposta e che chiedevano la rottamazione dello schema di decreto governativo. Questo significa che il nostro incontro ha avuto una certa importanza. Il parlamento ha votato a larga maggioranza (426 favorevoli 6 astenuti) una mozione che ne chiede l’annullamento.
Se dopo questa votazione le nuove tabelle saranno approvate nonostante tale esito vorrà dire, a questo punto, che il governo è commissariato dalle Compagnie Assicuratrici.
Il Presidente della Repubblica comunque non può non tenere conto di tale orientamento nel caso dovesse ritrovarsi il decreto sulla sua scrivania per la firma.
Seguito della discussione delle mozioni Boccia ed altri n. 1-00714, Evangelisti ed altri n. 1-00722, Nunzio Francesco Testa, Toto ed altri n. 1-00734, Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00737, Commercio ed altri n. 1-00740 e Pisicchio ed altri n. 1-00743 concernenti iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali (ore 17,12).
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Boccia ed altri n. 1-00714, Evangelisti ed altri n. 1-00722, Nunzio Francesco Testa, Toto ed altri n. 1-00734, Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00737, Commercio ed altri n. 1-00740 e Pisicchio ed altri n. 1-00743 concernenti iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali (Vedi l’allegato A – Mozioni).
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 24 ottobre 2011, sono state presentate le mozioni Commercio ed altri n. 1-00740 e Pisicchio ed altri n. 1-00743, che sono già state iscritte all’ordine del giorno.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all’ordine del giorno.
STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo si rimette all’Assemblea per la mozione Boccia ed altri n. 1-00714.
Per quanto riguarda la mozione Evangelisti ed altri n. 1-00722, il Governo si rimette all’Assemblea per i primi due capoversi del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sul terzo capoverso.
Il Governo si rimette all’Assemblea per la mozione Nunzio Francesco Testa, Toto ed altri n. 1-00734.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Valducci ed altri n. 1-00737 mentre sulle mozioni Commercio ed altri n. 1-00740 e Pisicchio ed altri n. 1-00743 il Governo si rimette all’Assemblea.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, uno degli indicatori più efficaci dell’indice di civiltà di uno Stato democratico è indubbiamente rappresentato dalla capacità di esprimere gesti di solidarietà nei confronti di Paesi e popoli in condizioni di sottosviluppo. Tali gesti si traducono nella cooperazione allo sviluppo, considerata, in coerenza con i principi cardine del nostro assetto costituzionale, un pilastro della politica estera italiana così come viene affermato dalla legge 26 febbraio 1987, n. 49 e da altri più recenti provvedimenti come la legge 13 agosto 2010, n. 149, che il Parlamento ha approvato in questa legislatura per migliorare la qualità e l’efficacia gestionale dei fondi per la cooperazione.
Ma la politica per la cooperazione allo sviluppo, per poter esplicare un’efficacia apprezzabile rispetto agli obiettivi che si propone, deve poter contare sull’elemento della trasparenza dei suoi interventi, attraverso meccanismi che consentano la massima attingibilità delle informazioni relative ai target cui sono destinati, alle modalità di erogazione e ad ogni altra utile informazione volta a consentire una buona capacità di programmazione da parte dei governi, di verifica da parte dei Parlamenti dei Paesi danti causa e della stessa pubblica opinione, anche al fine di contrastare episodi di corruzione e di spreco. Come è stato ricordato nel corso del dibattito tenutosi qualche mese fa in quest’Aula, molti Paesi donatori si sono fatti carico della questione fondamentale della trasparenza in occasione del terzo Pag. 47forum sull’efficacia degli aiuti di Accra, nel 2008, dando vita allo IATI (International Aid Trasparency Initiative). La singolarità della condizione del nostro Paese, che pure vanta una tradizione importante sul piano della solidarietà internazionale, è dovuta al fatto che, per ragioni inesplicabili, non ha ancora scelto di partecipare a questa iniziativa internazionale sulla trasparenza, circostanza che probabilmente non si connota con caratteri di deliberata volontà omissiva che francamente sarebbe incoerente con gli atti compiuti…
PRESIDENTE. Onorevole Pisicchio, non per entrare nel merito del suo intervento, ma vorrei ricordarle che la mozione che stiamo per mettere in votazione è quella concernente iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone colpite da incidenti stradali.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, abbiamo avuto un mutamento e se lei non mi toglie la parola vorrei dire qualcosa al riguardo.
PRESIDENTE. Onorevole Pisicchio, non le toglierò la parola e, perché resti agli atti, è stato cambiato talmente tante volte il cosiddetto accordo tra i gruppi che è possibile lei non abbia sentito bene.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, quest’oggi abbiamo avuto qualche cambio di programma. Torniamo allora alla mozione oggetto della nostra attenzione, che concerne questioni che si impongono per la loro palmare evidenza. In realtà la questione è molto semplice: una sentenza della Corte di Cassazione stabilisce che, per effettuare la valutazione relativa all’entità del danno biologico per la menomazione all’integrità psicofisica, occorrerà far riferimento ad una tabella valida per tutto il territorio nazionale. La stessa sentenza, peraltro, indica anche un modello, ovvero le tabelle applicate dal tribunale di Milano, ritenute più equilibrate e congrue rispetto a quelle di ogni altro tribunale. Bisogna peraltro rammentare che l’esigenza di una tabella unica nazionale del danno biologico si impone, oltre che per ragioni di logica e di coerenza con i principi costituzionali che fanno tutti i cittadini italiani uguali nei loro diritti, anche in ragione di uno specifico dispositivo di legge contenuto nell’articolo 138 del codice delle assicurazioni del 2005. Dunque uniformità delle tabelle parametrata ai criteri del tribunale di Milano.
Cosa fa invece il Consiglio dei Ministri? Modifica al ribasso, nella misura del 40-50 per cento, i valori risarcitori determinando una grave condizione di pregiudizio nei confronti dei cittadini colpiti da sinistri. È stato calcolato che, alla stregua del nuovo criterio, un ragazzo di trenta anni costretto ad una sedia a rotelle a seguito di un incidente stradale vedrebbe ridotto il suo risarcimento da 868 mila a 495 mila euro. Perché di questo si tratta in massima parte, di vittime di incidenti stradali colpite due volte, dalla disgrazia dell’incidente e dalla disgrazia del provvedimento del Consiglio dei ministri. Per questa ragione le mozioni chiedono il ritiro del provvedimento, e per questa ragione chiediamo semplicemente che sia applicata la sentenza della Corte di Cassazione, che impone come riferimento i valori previsti nelle tabelle del tribunale di Milano. La ringrazio Presidente, chiedo scusa all’Aula per quel misunderstanding sulla mozione.
PRESIDENTE. Non si preoccupi onorevole Pisicchio, la responsabilità sta nel cambio di programma. Saluto gli studenti e i docenti dell’Istituto comprensivo della scuola media statale Alfonso Gatto di Battipaglia (in provincia di Salerno), che sono in visita alla Camera e che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Monai. Ne ha facoltà.
CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, ho discusso lunedì l’illustrazione di questa mozione e ho ascoltato la replica del sottosegretario Pizza che ha difeso questo provvedimento al nostro esame, Pag. 48cioè lo schema di decreto attuativo dell’articolo 138 del codice delle assicurazioni, evidenziando come questa ipotesi di lavoro fosse anche stata caldeggiata dal comitato ANIA-consumatori che, a suo dire, rappresenta otto associazioni di consumatori maggiormente rappresentative nel Paese. Voglio dare comunque conto che così proprio non è, perché quel comitato ANIA-consumatori si è ben guardato dall’entrare nel merito dell’attuazione che il Governo, in periodo agostano (il 3 agosto), ha adottato con questo schema di decreto, evidenziando delle tabelle che falcidiano del 40-50 per cento i criteri liquidativi del danno biologico enunciati dalle tabelle del tribunale di Milano e fatti valere a livello nazionale dalla sentenza della Cassazione del 7 giugno scorso, e perché quel forum ANIA-Consumatori si è limitato esclusivamente a chiedere l’attuazione dell’articolo 138 del codice delle assicurazioni, mentre giammai ha dato parere favorevole a quel contenuto di schema di decreto che invece è oggetto delle nostre censure.
Che cosa è successo colleghi? Che il Governo, evidenziando una volta di più il conflitto di interessi che alligna in queste pieghe del provvedimento, non ha tutelato e non tutela i consumatori, gli utenti della strada, le vittime degli incidenti stradali, ma solo ed esclusivamente le compagnie di assicurazione, tra queste anche la Mediolanum assicurazioni che – guarda caso – fa capo al Presidente del Consiglio. Allora, colleghi, dobbiamo interrogarci se vi siano ragioni oggettive che il Governo possa invocare per questo dimezzamento dei criteri di liquidazione dei sinistri, che – badate bene – si applicherebbe solo all’infortunistica stradale e non anche a tante altre branche del diritto che hanno a che fare con il danno biologico (dagli incidenti sul lavoro a tutti gli altri incidenti che abbiano i loro effetti sull’integrità psicofisica della persona).
E queste ragioni non ci sono perché, se escludiamo il fatto di voler contenere l’onere dei premi assicurativi per l’RC auto obbligatoria, non vi è ragione giuridica per contenere il risarcimento del danno che ha avuto una lunga elaborazione giurisprudenziale, arrivando, in quarant’anni, a stabilire quale debba essere, dal punto di vista dell’equità, che fa richiamo all’articolo 3 della Costituzione, secondo la Cassazione, quell’equo risarcimento del danno all’integrità psicofisica. Le tabelle del tribunale di Milano, come si è detto, sono state individuate come le tabelle più eque dalla Cassazione e non si vede per quale motivo oggi ci si debba discostare da questo criterio, pacificamente acquisito, del diritto vivente, per indulgere a queste lobby assicurative che vanno a penalizzare i cittadini italiani e coloro che hanno, appunto, la sventura di trovarsi vittime della strada. Badate bene che questo schema di decreto, ove venisse effettivamente emanato, si applicherebbe, non solo per il futuro, ma anche per tutti quelli che sono incidenti pendenti, con le cause aperte e, quindi, con un ulteriore stravolgimento del diritto in favore delle assicurazioni.
Un’ultima annotazione, cari colleghi: vi è un profilo, che riguarda la stessa illegittimità, sia dello schema di decreto, ma anche dell’articolo 138 del codice delle assicurazioni private. Vi potrebbe essere un eccesso di delega in riferimento alla legge che ha consentito al Governo di regolare la materia delle assicurazioni che è la legge n. 229 del 29 luglio 2003, il paradigma di legittimità del decreto delegato. Sapete che, ovviamente, l’articolo 76 della Costituzione impone al Governo di attenersi ai paletti, ai vincoli e ai criteri che la legge delega del Parlamento conferisce al potere esecutivo. La legge delega, all’articolo 4, prevedeva la tutela dei consumatori e, in generale, dei contraenti più deboli, sia nelle condizioni contrattuali, che nelle informative, ma anche nel processo di liquidazione dei sinistri. Non si capisce per quale motivo il codice delle assicurazioni private, emanato dal Governo su delega del Parlamento, abbia trattato anche, agli articoli 138 e 139, la diversa materia della liquidazione del danno biologico che non era oggetto di delega. Ma se anche volessimo, con una forzatura, riportarci a questa locuzione Pag. 49della liquidazione dei sinistri, vi sarebbe, non solo un eccesso di delega, ma, addirittura, una contravvenzione alla delega, una violazione della delega. Infatti, la tutela dei consumatori verrebbe messa sotto i tacchi a vantaggio della tutela delle assicurazioni. E, allora, di fronte a tutto questo, non possiamo che invitare a votare per la nostra mozione che chiede, così come le altre dello stesso segno, ad eccezione della mozione Valducci ed altri n. 1-00737, per la quale fin da ora dichiaro il nostro voto contrario, al Governo di arrestare questa scriteriata posizione che favorisce esclusivamente i grandi poteri ed i poteri forti a scapito degli utenti della strada e dei consumatori.
Un’ultima annotazione su questo aspetto: il Governo dovrebbe interessarsi ben di più e ben meglio ai problemi delle frodi assicurative che nel nostro Paese sono la metà di quelle che vengono accertate in Paesi ben più rispondenti ai criteri di legalità come l’Inghilterra e la Francia. Forse è proprio lì che dobbiamo insistere nelle politiche di contrasto alle frodi assicurative, sapendo che le nostre assicurazioni non hanno interesse a reprimere questa casistica perché tanto scaricano sull’aumento dei premi assicurativi l’onere di questi risarcimenti. E se è vero che c’è stato, nel solo 2009-2010, come ci ha ricordato l’Antitrust con il professor Catricalà al Senato pochi giorni fa, un aumento del 25 e, a volte, anche del 75 per cento dei premi assicurativi e dei risarcimenti, questo è dovuto esclusivamente o prevalentemente alle frodi che vengono perpetrate impunemente nel nostro Paese. E, allora, vi è un bisogno di legalità maggiore. Il presente Governo, impostando tutta l’attività sulla furbizia, sui condoni, sugli scudi fiscali, sull’illegalità diffusa, certamente non potrà essere maestro su questa strada che noi indichiamo e che prediligiamo che è quella dell’equità, della giustizia sostanziale e della tutela dei più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Toto. Ne ha facoltà.
DANIELE TOTO. Signor Presidente, la ratio della mozione è insita nello schema di regolamento licenziato dal Consiglio dei ministri in data 3 agosto 2011 e contenente le tabelle per le menomazioni dell’integrità psicofisica. Queste tabelle vanno ad abbattere di circa il 50 per cento il danno cosiddetto non patrimoniale, quello biologico, rispetto alle tabelle precedenti, che per giurisprudenza erano state elaborate dal tribunale di Milano, che era stato interessato rispetto alla necessità di mettere ordine in un sistema. Tali tabelle precedenti del tribunale di Milano erano state avallate dalla Corte di cassazione e dalle associazioni dei parenti delle vittime sulla strada. Tali associazioni hanno pesantemente criticato l’adozione di tali tabelle, appunto licenziate dal Consiglio dei ministri, perché oltre naturalmente a prevedere senza dubbio un ristoro meno importante per le vittime della strada e quindi a dare dei valori insufficienti, provocano la possibilità anzi la necessità da parte del contraente più debole di utilizzare il ricorso giurisdizionale per vedere tutelati i propri diritti. Quindi, comprendiamo la difficoltà, oltre all’ingolfamento di cause giudiziarie legate a questo tema.
Inoltre, senza dubbio il provvedimento va a ledere la dignità, e la norma si pone in contrasto con l’innalzamento dei livelli di massimale europei relativi all’RC auto, arrivati a cinque milioni di euro. Poi senza dubbio va contro il principio costituzionale del risarcimento integrale del danno alla persona. Infine, vi è da considerare come il provvedimento in esame qualifichi il Governo come forte con i deboli, ma debole con i forti, perché senza andare a scomodare il principio della parte contraente più debole, è chiaro che le assicurazioni sono assolutamente più forti rispetto al cittadino. In un momento in cui vi è un aumento dei premi RC, in un momento in cui le assicurazioni hanno così tante difficoltà a licenziare gli indennizzi dovuti agli utenti, credo che da Pag. 50questo punto di vista il Governo avrebbe fatto migliore figura a fare un provvedimento più a favore di quelli che sono appunto gli utenti più deboli ed i contraenti più deboli. La ratio della mozione è quindi quella di chiedere al Governo di tornare alle tabelle precedenti, sostituendo l’atto licenziato il 3 agosto 2011 ed in questo senso esprimo il parere favorevole del mio gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, le ragioni di questa nostra mozione sono state ampiamente illustrate anche dagli altri colleghi presentatori, anche perché le mozioni ricalcano lo stesso tema e lo stesso argomento. Signor Presidente, le mozioni devono servire a qualcosa nell’economia anche dei nostri lavori. Queste nostre proposte e queste nostre sollecitazioni riguardano l’adeguamento di un risarcimento rispetto all’invalidità e rispetto ai danni biologici subiti negli incidenti stradali, anche perché l’articolo 138 del decreto legislativo n. 209 del 2005, provvedimento che va sotto il nome di codice delle assicurazioni private, indicava un trattamento tabellare uguale su tutto il territorio nazionale. Finalmente si è arrivati ad una predisposizione del regolamento, il 3 agosto 2011, anche perché fino a quella data era prevalsa un’indicazione del tribunale di Milano, che veniva ad essere accettata anche da parte dell’associazione vittime della strada e da parte della Cassazione. Con questo regolamento del 3 agosto 2011 si passa ad una penalizzazione e ad un abbassamento del totale dell’ammontare del risarcimento nei confronti delle vittime. Il rappresentante del Governo, di fronte a questa nostra sollecitazione, già ampiamente illustrata nella fase di discussione sulle linee generali – la mozione ha come primo firmatario l’onorevole Nunzio Francesco Testa -, dice che si rimette all’Aula.
Tuttavia, vorrei l’attenzione del viceministro Misiti… signor Presidente, vorrei l’attenzione del viceministro Misiti, altrimenti, questo nostro discorso è un rituale inutile, tanto per intenderci.
PRESIDENTE. C’è riuscito, onorevole Tassone.
MARIO TASSONE. Viceministro Misiti, vi è un deliberato del Consiglio dei ministri, che abbassa quello che è il livello di trattamento economico previsto dal tribunale di Milano, che era stato recepito anche dall’Associazione vittime della strada. Cosa significa rimettersi all’Assemblea? Il Governo prende una posizione oppure accetta, comunque, il responso dell’Aula? Vorrei capire questo, perché ci troviamo sempre di fronte a due filosofie: da una parte, vi sono gli interessi economici che, purtroppo, sopravanzano e hanno cittadinanza anche di fronte a fatti e vicende drammatiche come quelle degli incidenti stradali, e vi sono…
PRESIDENTE. Prego, onorevole Tassone.
MARIO TASSONE. Grazie, signor Presidente. E, dall’altra parte, vi sono, invece, altri tipi di interessi che riguardano le vittime e l’Associazione delle vittime della strada.
Il Governo – non lo dico in termini polemici -, su una situazione di questo genere, in cui c’è lo scontro tra gli interessi delle assicurazioni – parliamoci con molta chiarezza – e gli interessi dei cittadini e delle vittime, non può uscire con una posizione pilatesca. Non dico questo per il Viceministro, perché so quanto lavora e qual è il suo impegno, tuttavia, ritengo che ci debba essere una posizione, perché è un dato di sensibilità, è un dato di umanità.
Qui non c’è un problema semplicemente economico: questo è un problema di civiltà ed è un problema, ovviamente, di valori che devono essere rispettati, anche per capire dove si colloca questo Governo, dove si colloca questa maggioranza, dove si colloca ovviamente l’azione di questo Governo rispetto alle sensibilità che noi richiamiamo e che vogliamo che ci siano e Pag. 51che si affermino nel Parlamento… Posso anche fermarmi, signor Presidente, se il collega continua con il Viceministro, posso aspettare.
PRESIDENTE. Prego di non disturbare il viceministro Misiti. Prego, onorevole Tassone, continui.
MARIO TASSONE. Allora, non vi è dubbio che dobbiamo avere una risposta, signor Presidente. Voglio capire cosa significa rimettersi all’Assemblea. Credo che questo sia il dato.
Intanto, poiché siamo in sede di dichiarazioni di voto, con il conforto e l’adesione del primo firmatario e del mio gruppo, noi certamente auspichiamo che l’Aula voti a favore di questa nostra mozione; auspichiamo, inoltre, che il Governo sciolga i suoi dubbi, sciolga i suoi equivoci ed esprima un parere favorevole su tutte quelle mozioni con riferimento alle quali si è rimesso all’Assemblea, affidandosi al voto e al giudizio dell’Aula. Io ritengo che questo sia il dato in questo particolare momento, anche per capire che le mozioni che presentiamo non servono per coprire il tempo nei nostri lavori, ma sono un fatto di cultura, di civiltà, di scelte politiche fondamentali su cui ci dobbiamo misurare e su cui dobbiamo declinare pienamente le nostre generalità, senza nasconderci e senza essere ovattati e ai margini del dibattito e del confronto politico, sociale e civile del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Desiderati. Ne ha facoltà.
MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, questo decreto, che è certamente perfettibile, interviene, però, su un tema assolutamente giusto ed inequivocabile. Interviene stabilendo una tabella per le vittime della strada per quanto riguarda i loro rimborsi. Questa tabella si è resa necessaria per il fatto che questa, signor Presidente, è una nazione un po’ strana: facciamo fatica a votare il federalismo nelle istituzioni, però, abbiamo fatto il federalismo dei tribunali, per cui ogni giudice valuta l’invalidità permanente come gli pare o come decide quel giorno. Quindi, anche per una questione di equità sul territorio e tra le vittime danneggiate, è giusto introdurre una tabella che equipari tutti su tutto il territorio.
L’altra questione, signor Presidente, molto importante è che l’Italia è un Paese che ha tante eccellenze: una di queste, purtroppo, è che siamo campioni del mondo delle frodi assicurative.
Abbiamo, in Europa, circa il 10 per cento di incidenti con vittime, o comunque con danni alle persone; in Italia la media sale al 21,1 per cento. Abbiamo città come, secondo le ultime statistiche, Napoli e Taranto che, all’interno della nazione campione del mondo, sono le campioni in assoluto, con una percentuale di frodi assicurative elevatissima. È evidente che una tabella uguale su tutto il territorio va ad intervenire e un po’ a calmierare anche questo malcostume italiano.
Devo anche dire che la frode assicurativa, Presidente, già solo per il fatto della sua definizione, genera spesso un errore di interpretazione. La frode non va a danno dell’assicurazione, perché l’assicurazione, se paga più danni, non fa altro che ribaltare il costo di quei danni sui premi di tutti i cittadini dell’anno successivo. Allora, l’esigenza di intervenire e calmierare le frodi assicurative è per fare in modo che tutti gli italiani abbiano anche dei premi assicurativi corretti rispetto alla loro classe di rischio. Abbiamo posti in Italia dove, nonostante l’obbligo della RC auto, le compagnie alzano talmente tanto i premi da far diventare quasi impossibile assicurarsi. Pertanto, credo che questo decreto vada – lo ripeto, se pur perfettibile – nella direzione giusta. È giusto che i danneggiati sappiano quanto gli spetta in caso di danno, ma è giusto anche che gli italiani paghino dei premi assicurativi corretti per rispetto alla loro classe di rischio.
Pag. 52
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Boccia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, la mia, più che una dichiarazione di voto finale, è un appello ai deputati di maggioranza. Mi spiace prendere atto che, in quest’ultimo intervento, il collega della Lega Nord abbia confuso le cause che portano il costo della RC auto ad essere così molto alto con l’oggetto di un decreto che non avremmo mai voluto discutere in quest’Aula. Ciò semplicemente perché non avremmo mai pensato che il Governo potesse intervenire, in un giorno di agosto, in un periodo in cui sono avvenute quasi sempre delle cose molto sgradevoli rispetto alla capacità del Governo stesso di legiferare su alcuni i temi. In una giornata di agosto, il Governo all’improvviso ha scoperto un’emergenza, cioè quella di normare le modalità con cui vengono erogati gli indennizzi alle vittime degli incidenti stradali e alle persone che subiscono danni molto seri.
Purtroppo l’incidenza sulla RC auto è causata soprattutto dai piccoli incidenti, dalle frodi, dalle truffe, da una serie di cose che sono state richiamate nell’intervento precedente e che nulla hanno a che fare con l’oggetto di questo decreto. Che lo dicano le compagnie assicurative – per la verità, solo alcune -, nel tentativo disperato di fare profitti attraverso sopravvenienze attive che verrebbero fatte semplicemente alle spalle delle famiglie che hanno subito vittime per incidenti stradali, non è giustificabile né comprensibile, ma in qualche modo fa parte delle posizioni che compagnie che devono fare profitto sono tenute a prendere. Ma che lo si dica in quest’Aula, falsificando la realtà, deve non solo fare indignare, ma anche far vergognare chi lo dice.
Tutti gli incidenti che producono lesioni fino a dieci punti non sono normati da questo decreto. Il Partito Democratico ha fatto di tutto, signor Presidente, per evitare che si arrivasse ad un voto su questo tema, perché abbiamo sperato che fosse il Governo ad assumersi la responsabilità di fare un passo indietro rispetto al decreto approvato il 3 agosto. Quindi, con interpellanze urgenti, in un question time, al quale ci ha risposto, senza in realtà convincerci, il Ministro della salute, abbiamo chiesto più volte in quest’Aula, dal 3 agosto scorso, un’assunzione di responsabilità.
Ciò non è avvenuto e l’unica strada che abbiamo per evitare questo danno a decine di migliaia di famiglie italiane è l’assunzione di responsabilità del Parlamento con un voto preciso sulla nostra richiesta. Noi, onorevoli colleghi, soprattutto di maggioranza, stiamo chiedendo al Governo di ritirare il decreto del Presidente della Repubblica che dimezza i risarcimenti per le vittime della strada e per le vittime con lesioni gravi avvenute fin qui. Il decreto del Presidente della Repubblica è ancora al vaglio del Consiglio di Stato, entrerà presumibilmente in vigore tra pochissimo. Quest’Aula oggi si assume una responsabilità: avallare la posizione del Governo, che chiaramente non si occupa né delle persone, né delle vittime, né di coloro che in qualche modo sono finiti in queste controversie con le assicurazioni, ma si occupa semplicemente – direttamente o indirettamente, questo dipenderà dalle valutazioni che ognuno di voi e ognuno fuori di quest’Aula farà – dei conti economici delle compagnie di assicurazione.
Allora, signor Presidente, noi in discussione sulle linee generali, con gli interventi dei colleghi Ginefra e Pedoto, abbiamo rappresentato al Parlamento casi specifici che accadrebbero con l’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica e che esemplificano come una vittima o i suoi eredi si ritroverebbero ad ottenere, a controversia in corso, il 50 per cento in alcuni casi, il 38 per cento in altri, di indennizzo in meno. Per questa ragione, la mozione che abbiamo sottoposto alla vostra attenzione e che in qualche modo viene ricalcata anche dalle altre mozioni presentate dai gruppi di opposizione, chiede il ritiro del provvedimento, in vista dell’adozione di una nuova tabella delle menomazioni all’integrità psico-fisica che Pag. 53risulti più equilibrata e rappresentativa dei valori presi a riferimento dalla giurisprudenza al riguardo. Ricordo all’Aula, semplicemente per rispolverare le coscienze di chi fa finta di essere distratto, che l’ISTAT ha diramato, qualche mese fa, il numero aggiornato degli incidenti stradali con lesioni a persone e con decessi aggiornato alla fine del 2010. Gli incidenti sono stati oltre 207 mila. Dico al collega Desiderati che in questi incidenti, siccome ci sono dei morti e delle lesioni gravi, non ci sono truffe, non ci sono raggiri. I tamponamenti a cui fa riferimento in alcune città che ha richiamato – poi, guarda caso, tutte del Mezzogiorno, ma ci risultano raggiri e truffe in giro per l’Italia – fanno riferimento a tamponamenti che nulla hanno a che vedere con questo decreto. Per la verità, per intervenire sul costo della RC auto, la norma prevista nel 2005 aveva poi successivamente introdotto, negli interventi successivi, anche la cosiddetta patente a punti che, ricordo a tutti noi, è stata fatta non per creare un nuovo business per le scuole guida, ma per correlare la responsabilità del guidatore al valore della RC auto. Purtroppo, dopo sei anni tutto questo non è avvenuto.
Concludo, signor Presidente, ricordando a tutti noi che nel 2010 le lesioni a persone sono state 207 mila, i morti vittime di incidenti stradali 3.998 e 296 mila i feriti con lesioni di diversa gravità che rientrano in questa fattispecie. Moltiplichiamo questo dato per gli anni che abbiamo alle spalle e che caratterizzeranno la disciplina e la regolamentazione ex post delle controversie in atto, e non è molto difficile capire qual è l’oggetto di questo decreto. Inutile dirvi che tutte le associazioni delle vittime della strada, le organizzazioni dei consumatori e, per la verità, anche l’ordine degli avvocati hanno protestato più volte per questo decreto.
Ma al Governo, come sempre, non interessa il giudizio di chi subisce, in qualche modo, l’impatto di un provvedimento, ma semplicemente l’impatto economico sulle compagnie assicurative dei propri interventi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Valducci. Ne ha facoltà.
MARIO VALDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei cercare di chiarire esattamente qual è il contenuto di questo schema di decreto del Presidente della Repubblica, approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 agosto. Innanzitutto, questo è un provvedimento che viene preso in ottemperanza a quanto già previsto dall’articolo 138 del codice delle assicurazioni private. Si tratta di un provvedimento che è stato in gestazione per ben cinque anni e, quindi, è un provvedimento ampiamente dibattuto, che ha visto coinvolti il Ministero della giustizia, il Ministero della salute e quello dello sviluppo economico.
Pertanto, tutte queste lamentele, rispetto ad un provvedimento che ha già prodotto dei danni nei confronti di chi ha subito un incidente stradale grave, sono tutte da verificare, perché, come veniva ricordato anche dallo stesso onorevole Boccia, siamo in attesa del vaglio del Consiglio di Stato e, quindi, stiamo parlando di un provvedimento che, sebbene sia stato approvato dal Consiglio dei Ministri, non è ancora efficace.
Per spazzare il campo dalla demagogia e, devo dire, anche dalla facilità con cui si affronta questo argomento – seguendo ormai da più di tre anni il tema della sicurezza stradale – vi posso garantire una cosa: ai familiari che hanno avuto un fratello, una sorella, un figlio o una figlia uccisi da chi al volante guida in modo spericolato o è in condizioni di non guidare, non interessa tanto l’indennizzo monetario, ma interessa molto di più il fatto che chi si macchia di questi reati sia in galera e che, alla sera, non vada nei bar a discutere con gli amici su come è andato quell’incidente mortale che ha provocato questi morti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo ve lo posso garantire, perché ho incontrato molti familiari delle vittime e nessuno di loro mi ha mai posto un problema economico, ma mi ha sempre posto il problema che queste persone, Pag. 54drogate, ubriache e che molto spesso guidavano al doppio della velocità consentita, il giorno dopo aver commesso questo reato, erano libere, circolavano, facevano battute e scherzavano su quanto accaduto il giorno prima. Pertanto, questo è il termine del provvedimento che stiamo considerando.
Ricordo, inoltre, che vi sono alcuni fatti che ritengo determinanti. In primo luogo, è corretto che a livello nazionale un danno biologico, conseguente ad un incidente, sia considerato uguale a Bolzano, a Milano, a Roma, a Napoli, a Palermo o a Catania, e che, quindi, non sia ogni singolo tribunale a decidere quanto valgono, ad esempio, 20 punti di invalidità, in termini di indennità, a Milano, rispetto a Roma o a Torino.
Allo stesso modo, trovo sbagliato che si debbano applicare le tabelle di Milano perché quello di Milano è il foro che ha applicato le tabelle più alte.
Con questo decreto, invece, abbiamo applicato delle tabelle che sono in media con la tanto declamata e decantata Europa. Sono in media con la Francia e con la Germania e si basano, evidentemente, anche sull’età di chi viene colpito da questo tipo di invalidità.
Quello che vogliamo dire è di attendere l’applicazione del decreto. Vediamo quali sono gli effetti che produce, partendo dal presupposto che queste tabelle sono minimali, di base. È ovvio che poi il tribunale competente, che esaminerà il singolo caso, chiaramente deciderà in modo diverso se quell’invalidità, rispetto a quel soggetto, cagiona un particolare e ulteriore danno economico. È ovvio che il caso del violinista, cui viene amputato un braccio, è ben diverso da quello di chi svolge un altro tipo di attività.
Dunque, questa è una tabella economica di base e non riguarda il comparto nella sua globalità né è in grado di definire, aprioristicamente, quanto effettivamente deve essere risarcito a quella persona che ha subito un incidente stradale.
Voglio aggiungere anche che in Italia, come purtroppo spesso accade nel comparto della responsabilità civile automobilistica, vi è l’obbligo a contrarre da parte di tutti i cittadini, e ciò va a colpire, quasi sempre, l’esagerata mole che vi è in questa grande torta dei costi dei sinistri.
Ricordo che i costi dei sinistri in Italia ammontano a circa 16 miliardi di euro. È chiaro che, rispetto a tutta questa torta, chi ci rimette di più sono le fasce sociali più deboli, che sono costrette a rinnovare ogni anno la polizza assicurativa, che spesso si vedono disdetta all’ultimo momento la polizza assicurativa e che, quando vanno a cercare una nuova polizza assicurativa, pagano il doppio, o magari di più, per rinnovarla.
Questo perché – aumentando e lievitando sempre di più il costo del sinistro, anche per tante piccole frodi e truffe e modi di arrotondare tra assicurato ed assicuratore – succede che in questo comparto specifico, con riferimento alle tabelle, che vanno dai dieci ai cento punti di invalidità, l’Italia ha una percentuale pari al 22 per cento del totale dei sinistri a fronte di una media europea valutata intorno al 10 per cento.
Ricordo come, per quanto riguarda i danni alle persone, nel nostro Paese, su quei 15 miliardi di cui parlavo prima, ben oltre 5 miliardi riguardano tutte le invalidità superiori ai 9 punti: sono escluse, evidentemente, le microlesioni ed i cosiddetti colpi di frusta.
Con ciò voglio dire che sarebbe più logico e più corretto vedere cosa succede con questo decreto del Presidente della Repubblica e valutare dopo un anno – come abbiamo affermato nella nostra mozione – quali saranno gli effetti di questo provvedimento per giungere eventualmente ad una revisione di queste tabelle qualora esse non siano idonee.
Mi avvio alla conclusione dicendo che voteremo contro la mozione che chiede il ritiro di un provvedimento che – come ho detto – non ha avuto ancora efficacia. Penso che i provvedimenti debbano essere valutati dopo che hanno avuto efficacia.
Voteremo contro le mozioni che riguardano la richiesta di ritiro del provvedimento, così come voteremo a favore di quelle parti delle mozioni che vogliono andare a colpire le truffe nei confronti del Pag. 55mondo assicurativo. Voteremo a favore della mozione presentata dal Popolo della Libertà, che chiede un’eventuale revisione, dopo un anno dall’entrata in vigore effettiva di questo provvedimento, valutando se effettivamente esso avrà comportato le eventuali problematiche ricordate dai promotori della mozione che vuole il ritiro immediato del provvedimento, ovvero se invece il decreto dovrà solamente essere rettificato in alcune parti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, solamente un minuto perché – in qualità di responsabile nazionale del Partito Democratico sulla disabilità – credo che sia necessario parlare dell’importanza di questa norma e ricordare quanti sono i paraplegici ed i tetraplegici nei nostri territori.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 18)
ILEANA ARGENTIN. È assurdo anche immaginare che tutto questo venga sottovalutato, considerandolo quasi come un esperimento da vedere o da portare avanti. C’è troppa gente che soffre e non ha avuto alcun indennizzo; i servizi sono sempre meno, per lo meno date quel che è dovuto alla gente che ha avuto un incidente e non dimenticatevi mai delle loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Boccia ed altri n. 1-00714, su cui il Governo si è rimesso all’Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli La Russa, Martinelli, Rosso, Razzi, Pionati, De Camillis, Luongo, Rosato, Stucchi, Cimadoro, Belcastro, Mancuso, Raisi…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 559
Maggioranza 280
Hanno votato sì 279
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Evangelisti ed altri n. 1-00722, in quanto non assorbita dalla precedente votazione e su cui il Governo si è rimesso all’Assemblea, ad eccezione del terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Nirenstein, Mondello, Goisis…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 558
Maggioranza 280
Hanno votato sì 279
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nunzio Francesco Testa, Toto ed altri n. 1-00734, su cui il Governo si è rimesso all’Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pag. 56
Onorevoli Cesare Marini, Sposetti, Servodio, D’Anna, Mondello, Tommaso Foti, Bruno, Galati, Franceschini…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 561
Maggioranza 281
Hanno votato sì 280
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00737, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli D’Amico e Saltamartini…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni – Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo).
(Presenti e votanti 561
Maggioranza 281
Hanno votato sì 280
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Commercio ed altri n. 1-00740, su cui il Governo si è rimesso all’Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli D’Anna, Scanderebech, Centemero e Bocciardo…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 555
Votanti 513
Astenuti 42
Maggioranza 257
Hanno votato sì 478
Hanno votato no 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pisicchio ed altri n. 1-00743, in quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo si è rimesso all’Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Miotto, Scanderebech, Di Girolamo e Cenni…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 551
Votanti 434
Astenuti 117
Maggioranza 218
Hanno votato sì 428
Hanno votato no 6).
Prendo atto che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
“Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori.” questo testo è al primo punto della lettera di intenti che il governo italiano ha fatto pervenire all’Unione Europea.
Vogliamo dire all’Unione Europea che l’Italia invece con la riforma della legge professionale Forense, intende andare nella direzione esattamente opposta introducendo norme a vantaggio di una categoria e a svantaggio di migliaia di altri operatori che sono gli stessi che si battono contro l’iniquità di certe norme?.
In questo grave momento di crisi economica in cui si cercano le formule più adeguate per SALVARE IL PAESE, in realtà non si fa altro che gravare ancora di più sulla spesa sociale.
L’esempio è lampante: una persona che subisce un danno grave o medio grave necessita di un percorso terapeutico e riabilitativo considerevole non solo nelle tempistiche, ma anche nei costi. Con i nuovi parametri verrebbe risarcito esattamente con la metà di quanto attualmente previsto, logico che le spese sanitarie per la restante parte dovranno essere sostenute dal servizio sanitario nazionale pubblico, ossia noi cittadini. Incredibile che si voglia sollevare il paese, gravando contemporaneamente sulle tasche dei cittadiini. In realtà, diciamolo chiaramente, si tratta di un’operazione che esprime al massimo il potere delle lobby delle Compagnie Assicurative che ancora una volta approfittano della situazione come sciacalli. Il grave è che, invece di trovare opposizione, nella nostra classe politica le Assicurazioni trovano solo conforto e “amici” pronti a mettere in moto la macchina delle riforme istituzionali per fare cassa. Il debito pubblico, di cui la sanità è una voce di spesa considerevole, sembrava non avesse mai un responsabile, che non potesse essere individuato un colpevole, oggi, invece, ha un nome e un cognome operativo nelle sfere di chi governa. Non è il caso di cominciare ad aprire gli occhi e salvare l’Italia e gli Italiani dalla prepotenza di pochi? Ma se stanno così le cose lancio una proposta (e il sottoscritto detiene i diritti d’autore e la proprietà intellettuale dell’idea): perchè i cittadini italiani non si riuniscono in cooperativa e costituiscono una Compagnia Assicurativa? Almeno avremo buon senso nel liquidare i sinistri senza scopo di lucro!!! Che dite? Un cordiale saluto a tutti, come vedete anche il sassolino nella scarpa fa male a chiunque, politico e assicuratore compreso. I nostri avverasari non sanno che la nostra categoria è molto unita, dimostriamolo come siamo sempre capaci di fare!
CHE BELLO VEDERE QUESTO GOVERNO SOTTO
GRAZIE C.U.P.S
BENISSIMO…..ERA ORA CHE QUALCUNO SI SVEGLIASSE…ED ORA FORZA CON IL RICONOSCIMENTO DELLA NOSTRA PROFESSIONE.
SALUTI
Sicuramente è positiva la sconfitta di qusto governo battuto proprio su un provvedimento vergognoso.
Questo anche grazie al vostro instancabile lavoro.
Da http://www.cassazione.net:
CONSIGLIO DI STATO
Incidenti stradali, Palazzo Spada boccia le tabelle del danno biologico: risarcimenti inadeguati
Testo a rischio-disapplicazione: risulta insufficiente sulle lesioni alla vita relazionale dell’infortunato
di: Dario Ferrara GIOVEDI’ 17 NOVEMBRE 2011
CHIAVE INTERPRETATIVA
■ Danno biologico
Il danno biologico può essere definito come una menomazione psico-fisica della persona in sé e per sé considerata. Tale danno incide sul valore uomo in tutta la sua concreta dimensione, che non si esaurisce quindi nella sola propensione a produrre ricchezza, ma si collega alla somma delle funzioni naturali afferenti il soggetto nell’ambiente in cui la vita si esplica, ed aventi rilevanza non solo economica, ma anche biologica, sociale, culturale ed estetica. La giurisprudenza lo ha catalogato come danno non patrimoniale. In questa categoria rientrano anche altre voci di danno, una volta rispondenti a quello esistenziale e alla vita di relazione nonché il danno morale. A partire dal 2003 la liquidazione di tutti i danni non patrimoniali è svincolata dal compimento di un reato nel senso che il danneggiato ne ha diritto anche se il danneggiante non ha commesso un fatto penalmente rilevante ma s emplicemente un illecito civile.